Oltre 36.000 bambini sono stati scambiati in internet 20 miliardi di volte per alimentare il turpe mercato della pedofilia on line, mercato che dal 2003 è cresciuto del 149%. Il 42% ha meno di 7 anni e il 77% meno di 9 anni. E raddoppiano i consumatori europei di pedofilia cresciuti del 58%, mentre restano pressoché marginali in Oceania e Africa, e diminuiscono sensibilmente in America e Asia. L’Europa rappresenta oggi circa i due terzi della domanda mondiale e i tre quarti dell’offerta.

E’ quanto attesta il 13°rapporto dell’Osservatorio Internazionale di Telefono Arcobaleno, l’Organizzazione che da tredici anni lotta al fianco delle maggiori agenzie di sicurezza internazionali contro la pedofilia on line. Il Rapporto fotografa la dinamica quantitativa e qualitativa del dramma dello sfruttamento dei bambini su internet con una mappatura aggiornata della complessa e stratificata comunità pedofila nel mondo.

Un ulteriore dato allarmante che emerge è che, nonostante le 42.396 segnalazioni che hanno visto 3000 bambini sfruttati dai pedofili in tutto il mondo, neanche una vittima è stata identificata e liberata.

Il pedo-business risponde alle comuni logiche di mercato e aumenta l’offerta laddove cresce la domanda. La presenza di materiali pedofili sui server europei è infatti quadruplicata dal 2003 a oggi, con un incremento del 406%. Contrariamente a quanto è accaduto in altre aree del pianeta, in Europa le strategie di intervento non sempre hanno centrato gli obiettivi prioritari di prevenzione e di repressione dello sfruttamento sessuale, dirottando le risorse disponibili verso progetti che, talora, non sono valsi a frenare nè a rallentare la vertiginosa crescita della pedofilia on line.


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