Un articolo sul quotidiano Repubblica di ieri, 29 giugno, riportava la notizia di una "sentenza" che avrebbe stabilito la liceità dello sblocco dei cellulari TRE, che potrebbero di conseguenza essere utilizzati anche con le Sim degli altri operatori. La newsletter di Punto Informatico chiarisce oggi, con un dettagliato articolo di Dario Bonacina, la reale situazione conseguente non ad una sentenza ma ad una richiesta di archiviazione della Procura della repubblica di Milano. Riportiamo i passaggi più significativi, rinviando alla newsletter www.punto-informatico.it per la lettura integrale.

"Per la precisione – spiega TRE – il Sostituto Procuratore della Repubblica di Milano Gianluca Braghò ha infatti chiesto al giudice l’archiviazione del procedimento aperto circa un anno fa, derivante dalla causa penale aperta dall’operatore con LG Electronics, rilevando che circa mezzo milione di utenti avrebbero forzato il SIM-lock del proprio videofonino. "Si tratta di una richiesta di archiviazione – sottolinea TRE – e non di una sentenza". Il giudice deve quindi ancora decidere, ma esistono già casi in cui altre procure si sono pronunciate a favore dell’operatore. "La pratica del sim lock è assolutamente lecita – continua TRE – una delibera dell’Autorità per le Comunicazioni regola la materia e, in sede civile, è stato riconosciuto che il periodo di blocco è necessario per garantire il rientro dei costi sostenuti da 3 Italia".

La questione riguarda, ovviamente, coloro che detengono un videofonino acquistato da TRE e non si riferisce certamente agli utenti in possesso di un apparecchio in comodato d’uso, dal momento che non ne hanno titolo di proprietà e non possono quindi disporre modifiche. Come noto, TRE commercializza videofonini applicando un prezzo di listino più vantaggioso di quello stabilito dai produttori dei telefonini, al fine di acquisire nuovi clienti, che in cambio del vantaggio economico, ottenuto all’acquisto dell’apparecchio, sono però tenuti a rimanere fedeli all’operatore in virtù del blocco che lega la SIM al telefono. Un vincolo che sembra andare stretto a molti, dal momento che secondo le stime dell’operatore sarebbero 500mila gli utenti ricorsi allo "sblocco", per fruire dei servizi UMTS offerti da altri operatori ritenuti più convenienti. "Nonostante l’affermazione che 500mila italiani possono tirare un sospiro di sollievo – spiega TRE citando la Repubblica – alcuni Pubblici Ministeri in altre Procure ritengono esista il concreto rischio che lo sblocco sia penalmente perseguibile. L’utente che tenta di rimuovere il blocco commette dunque un illecito, che può sfociare nel campo penale".

Dal punto di vista del diritto, quindi, ad oggi non è cambiato ancora nulla. E TRE evidenzia che l’articolo che parla di "sentenza" può generare una falsa sicurezza negli utenti che, ritenendo erroneamente lecita la pratica di sblocco autonomo (ossia non seguendo le regole stabilite dall’Agcom) possono incappare nella lunga mano della legge oggi in vigore.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

 

Parliamone ;-)