Abbonamenti online, ecco come tutelarsi dalle trappole dei rinnovi automatici

Abbonamenti online, ecco come tutelarsi dalle trappole dei rinnovi automatici (Abbonamenti online, ecco come tutelarsi dalle trappole dei rinnovi automatici (Foto di Moondance da Pixabay)

Abbonamenti online che iniziano gratis e finiscono per costare molto di più, rinnovi automatici di servizi che non utilizziamo e che ci si dimentica di disdire: queste sono solo alcune delle trappole in cui migliaia di consumatori cadono ogni anno.

Dallo streaming ai software, passando per le riviste digitali e i servizi fitness online, ecco come proteggersi seguendo i consigli del Centro Europeo Consumatori (CEC) Italia e del Centro Tutela Consumatori Utenti (CTCU).

Abbonamenti online e rinnovi automatici, gli esempi più comuni

Sempre più consumatori si ritrovano bloccati in abbonamenti che continuano a rinnovarsi senza preavviso, spesso con costi superiori a quanto inizialmente previsto. La possibilità di prevedere un rinnovo automatico non è di per sé una clausola illegittima, anche se va accettata espressamente e specificamente (può bastare anche un click!) e bisogna prestare, quindi, molta attenzione.

I casi più comuni possono riguardare, ad esempio, servizi di streaming, dove il periodo di prova gratuito si trasforma in un abbonamento mensile a pagamento, abbonamenti a giornali e riviste digitali, dove le promozioni iniziali lasciano il posto a tariffe elevate al rinnovo, software in abbonamento, come programmi per computer o app per smartphone, oppure ancora corsi, piattaforme o altri servizi online.

Vediamo alcuni esempi:

abbonamenti di prova: spesso offerti gratuitamente o a basso costo per un periodo limitato, gli abbonamenti di prova possono diventare costosi se non vengono annullati in tempo. Un classico esempio sono i servizi di streaming che, una volta terminato il periodo di prova, iniziano a rinnovarsi automaticamente a prezzo pieno, senza preavviso.

Abbonamenti a lungo termine: molti consumatori dimenticano di disdire abbonamenti annuali o pluriennali, trovandosi a pagare per servizi che non utilizzano più. In questi casi, il rinnovo automatico scatta se non si comunica per tempo la volontà di disdire.

Veri e propri abbonamenti trappola: può succedere a chi cerca in internet un modello per un curriculum, una poesia, un esempio di contratto, un estratto del registro delle imprese, e incappa in offerte a pagamento, non riconoscibili come abbonamenti. Il download sembra costare pochi euro, ma solo mesi dopo ci si accorge che dalla propria carta sono state detratte mensilità per un abbonamento inavvertitamente concluso.

Consigli pratici per evitare inutili spese

Il primo consiglio, dunque, è quello di leggere attentamente tutte le condizioni: anche le clausole più nascoste possono contenere dettagli importanti su costi e scadenze, ma anche e soprattutto il riquadro che bisogna cliccare per concludere la registrazione, che potrebbe contenere la dicitura “abbonati a pagamento” oppure “attiva a pagamento” anziché “acquista”.

Segnare sempre le date di scadenza, utilizzando magari un calendario o una app per ricordare quando termina il periodo di prova o quando l’abbonamento è in scadenza.

Importante, inoltre, ricordarsi di disdire subito: se il servizio lo consente, meglio annullare subito dopo l’attivazione del periodo di prova, per evitare sorprese senza perdere l’accesso fino alla fine del periodo gratuito.

Verificare se è possibile annullare in ogni momento: alcuni abbonamenti permettono di disdire alla fine di ogni mese, ma non è sempre così. Infine attenzione agli avvisi di rinnovo: grazie al recente art. 65-bis del Codice del Consumo, i fornitori devono avvisare almeno 30 giorni prima di un rinnovo automatico. Se non lo fanno, si può recedere senza costi fino alla scadenza successiva.


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