famiglia al supermercato

Intesa tra Distribuzione e Industria del largo consumo contro le pratiche commerciali sleali

Nell’incertezza le famiglie stanno ferme. Non spendono. Non consumano. Nello scenario di crescita zero in cui da tempo si muove l’Italia – anche quest’anno non sembra andare più in là di stime da zero virgola – il timore del rallentamento «frena la spesa delle famiglie».

A dirlo è Confesercenti che parla di un «atteggiamento da “formiche”» da parte degli italiani, alle prese sì con un recupero del potere d’acquisto ma anche con una situazione di incertezza che ferma il portafoglio. E così «la propensione al consumo delle famiglie è rimasta al palo» e mancano oltre 3,3 miliardi di euro di spesa. L’anno si avvia a chiudersi con consumi a più 0,3%.

 

papà e figlio con carrello spesa

 

Ripresa bloccata

Lo scenario di crescita zero, spiega Confesercenti, sta innescando un circolo vizioso: il timore del rallentamento frena la spesa delle famiglie, e a sua volta il calo della propensione al consumo sta bloccando ogni prospettiva di ripresa. Anche il Pil non ride. Secondo le proiezioni Cer per Confesercenti, la prosecuzione delle tendenze in atto si tradurrà, a fine 2019, in una minore crescita del Pil dello 0,5%.

«L’economia rallenta, le tensioni internazionali non lasciano ben sperare e le famiglie non vedono una chiara via di uscita da questa situazione di stallo – dice la presidente di Confesercenti Patrizia De Luise – Per questo riteniamo che sia prioritario migliorare lo stato delle aspettative di consumatori e imprese. Fondamentale da questo punto di vista è stato scongiurare l’aumento IVA per il 2020: gli incrementi avrebbero avuto un effetto disastroso sulla fiducia delle famiglie».

L’effetto dell’incertezza pesa in modo particolare sul secondo trimestre dell’anno. Tra aprile e giugno il potere d’acquisto delle famiglie ha registrato un incremento (+0,9%) rispetto ai tre mesi precedenti, ma la spesa per consumi è rimasta sostanzialmente al palo, segnando un aumento di appena +0,1%. A questi dati, diffusi qualche giorno fa dall’Istat, si aggiungono quelli relativi alla mancata spesa, stimata in 2,5 miliardi nel trimestre e in altri 850 milioni circa nei primi tre mesi dell’anno.

2019, la crescita dei consumi sarà mini

Tutto questo in un contesto di rallentamento dell’economia: secondo le previsioni di Confesercenti, quest’anno dovrebbe chiudersi con consumi che segnano più 0,3%. Una «mini-crescita» e il dato più basso dal 2014 a oggi.

Per Confesercenti bisogna ridare fiducia a famiglie e imprese e lanciare un piano a lungo termine che, spiega De Luise, «preveda l’impegno a disattivare le clausole di salvaguardia ancora attive sul biennio 2021-22, il varo della web tax e una spending review seria: non è possibile che la propensione alla spesa dello Stato cresca mentre le famiglie tirano la cinghia. Alla riduzione della spesa va accompagnato anche un serio e credibile programma di semplificazione e riduzione degli oneri burocratici. Misure a costo zero, ma capaci di dare un immediato impulso alla ripresa degli investimenti infrastrutturali e alla crescita economica italiana».


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