Prezzi, Istat: inflazione ancora in discesa. A giugno rallenta all’1,2%
Per il secondo mese consecutivo i prezzi al consumo e l’inflazione frena all’1,2% su base annua, mentre diminuisce dello 0,1% rispetto al mese precedente. Lo rileva l’Istat che conferma quindi le stime preliminari.
Il rallentamento dell’inflazione, dice l’Istituto Nazionale di Statistica, si deve principalmente alle componenti merceologiche i cui prezzi presentano maggiore volatilità: Alimentari non lavorati (-1,9%), in particolare frutta e verdura, e Energetici non regolamentati (-1,6%). A mitigare questo rallentamento i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti, che accelerano di nuovo (+4,1% da +3,2% di maggio).
Su base annua rallenta la crescita dei prezzi dei beni (+0,9% da +1,6% di maggio), mentre accelera, seppur di poco, il tasso di crescita dei prezzi dei servizi (+1,5% dal +1,4%). I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona diminuiscono su base mensile (-0,7%) e crescono su base annua (+0,7% da +1,6% di maggio).
I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto scendono dello 0,5% in termini congiunturali e aumentano dello 0,9% su base annua, dimezzando la crescita (era +1,8% nel mese precedente).
Stando quindi a questi dati, l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, ha calcolato che, per una famiglia media, le ricadute di tale incremento dei prezzi ammontano a +363,00 euro annui che diventano, per una famiglia di 3 persone, pari a 423,93 euro.
La differenza nell’aumento dei prezzi si percepisce anche a livello territoriale: basti pensare che le ricadute, sempre per una famiglia media, ammontano al Nord a 406,22 euro, al Centro a 375,12 euro ed al Sud a 292,60 euro.
“Tale dato appare ancora elevato rispetto alla mancata crescita dei redditi delle famiglie e, soprattutto, alla luce dell’andamento occupazionale, che ancora segna importanti défaillances”, sostiene Emilio Viafora, presidente della Federconsumatori.