Prosegue l’attività dell’Antitrust nei confronti della vendita online di prodotti contraffatti. Questa volta a finire sotto la lente dell’Autorità sono i titolari di 112 domini internet riconducibili a 46 nomi a dominio per la vendita di orologi contraffatti: i siti in questione si presentano come degli outlet e fanno ritenere al consumatore di poter acquistare prodotti di marca a prezzi particolarmente convenienti.
La segnalazione del caso è arrivata dall’Adoc, da Indicam (Istituto di Centromarca per la lotta alla  contraffazione, per Assorologi) e da Confcommercio. I siti, rileva l’Antitrust nel bollettino-edizione speciale di oggi, “prospetterebbero ai consumatori italiani la possibilità di acquistare on-line orologi apparentemente identici a quelli originali in realtà contraffatti facendo ritenere al potenziale acquirente che lo stesso stia acquistando orologi di marca originali”.
I 112 domini internet, per come sono strutturati, si presentano infatti come degli outlet che propongono orologi di numerose marche e che consentono di effettuare acquisti con diverse monete, avvalorando così l’idea che l’offerta sia riconducibile ad operatori che sfruttano i vantaggi della globalizzazione dei mercati e consentono agli acquirenti di comprare i prodotti offerti in vendita a prezzi particolarmente convenienti.
Indicam denuncia che gli orologi proposti sono contraffatti. Come spiega l’Antitrust, la segnalazione evidenzia che i siti “riportano numerose immagini raffiguranti orologi originali, possono facilmente trarre in inganno i consumatori e portarli a ritenere di trovarsi di fronte a siti che vendono prodotti originali a prezzi outlet e quindi indurli ad effettuare un acquisto nella convinzione, appunto, di comprare un prodotto originale ad un prezzo outlet, circostanza risultata non vera”. Nella sua segnalazione, Adoc sottolinea inoltre che, dato il contesto socioeconomico, è probabile che gli acquisti di Natale, nel tentativo di risparmiare, avverranno in modo consistente sul web. Sempre l’Adoc rileva che le informazioni contenuti nei siti oggetto di indagine sono non corrette riguardo ai diritti riconosciuti agli acquirenti dal Codice del Consumo, sia in merito alla fase post vendita, ovvero alla garanzia sul prodotto, che in merito all’esercizio del diritto di recesso e di ripensamento. All’interno dei siti segnalati vengono infatti fornite “informazioni confuse sulle modalità di resa del prodotto e di ripensamento e non vengono rese note le informazioni sull’esistenza della garanzia legale obbligatoria ai sensi degli artt. 130 e seguenti del Codice del Consumo. I domini internet non indicano, poi, alcun indirizzo geografico e/o identità del professionista a cui potersi rivolgere in caso di reclami”.


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