Inflazione, Istat: ad aprile, più 1,8%. Salgono energia elettrica, gas e trasporti
Balzo in avanti dell’inflazione, che su base annua segna un aumento dell’1,8% rispetto all’1,4% di marzo. Su base mensile, invece, l’indice dei prezzi al consumo aumenta dello 0,3%. Le stime odierne dell’Istat per il mese di aprile parlano di un’inflazione in ripresa, con un andamento legato soprattutto dall’aumento dei prezzi dell’energia elettrica e del gas (rispettivamente a più 5,4% e a più 6%), in inversione di tendenza rispetto a marzo, e alla dinamica dei servizi relativi ai trasporti (più 5,5%). Il carrello della spesa va su dell’1,8% – ma rallenta rispetto a marzo. I Consumatori stimano rincari consistenti per le famiglie.
Anche l’aumento su base mensile, dice l’Istat, dipende in gran parte dagli aumenti dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+3,3%) e di quelli ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,1%), che risentono entrambi di fattori stagionali legati alla Pasqua e al ponte del 25 aprile. I prezzi del carrello della spesa, e dunque dei beni alimentari, per la cura della casa e della persone, diminuiscono dello 0,4% su base mensile e registrano un aumento dell’1,8% su base annua – ma l’Istat segnala che a marzo era +2,3%.
Sono numeri che le associazioni interpretano in un unico modo: rincari per le famiglie. Federconsumatori e Adusbef stimano ricadute pari a 533 euro l’anno di rincari per una famiglia tipo. “L’andamento dei prezzi – dicono le due associazioni – continua ad essere allarmante: aumenta l’inflazione non perché aumenta la domanda (che anzi diminuisce persino in settori delicati e rilevanti come quello alimentare), ma perché aumentano le tariffe! Aumenti, tra l’altro, del tutto ingiustificati e ingiustificabili”. Per i due presidenti Rosario Trefiletti (Federconsumatori) ed Elio Lannutti (Adusbef) “gli effetti sulle famiglie, secondo questa dinamica, sono deleteri. Non dimentichiamo, infatti, che l’aumento del tasso di inflazione incide in maniera più spiccata sui redditi medio-bassi, intaccandone ulteriormente il potere di acquisto già fortemente ridotto a causa della crisi e della mancanza di lavoro”.
Di “stangata per le famiglie italiane” parla anche Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. L’associazione stima ricadute pari a 684 euro l’anno in più una coppia con due figli, a 642 euro l’anno per una famiglia con un figlio, a 362 euro per un single con meno di 35 anni, a 524 euro per una coppia senza figli con meno di 35 anni e a 548 euro l’anno per una coppia over 65. Insomma: il costo della vita va su per tutti.