Vendite commerciali sleali a scuola, CTCU denuncia caso all’Antitrust
Utilizzare la scuola come “mercato” dove commercianti (o pseudo tali) possono mettere in atto qualsiasi pratica commerciale, anche la più sleale. A sollevare il caso è il Centro Tutela Consumatori Utenti di Bolzano che ha ricevuto numerose lamentele da parte dei genitori: ultimamente, e sempre più spesso, in varie scuole pubbliche locali, oltre al rinnovo delle tessere scolastiche, ha avuto luogo una vendita di fotografie con pratiche piuttosto scorrette. Il CTCU ha denunciato la cosa all’Antitrust.
“I genitori sono particolarmente adirati per aver ricevuto alcune lettere di sollecito di pagamento dal contenuto minaccioso, con le quali viene richiesta la cifra di 24,40 euro per alcune fotografie mai ordinate. Le foto sono stati fatte a ragazzi e ragazze minorenni durante l’orario scolastico, e poi consegnate agli stessi in busta chiusa – denuncia il CTCU – Chi non ha provveduto a restituire alla ditta le buste entro un certo termine dalla consegna, viene ora raggiunto da solleciti di pagamento da parte di una società austriaca. Si tratta di pratiche di vendita più che dubbie e la questione è già stata oggetto di segnalazione all’Antitrust. Non si escludono ulteriori passi in altre sedi”.
Ma la cosa ancora più grave, denunciata dall’Associazione dei consumatori, è che, “a quanto pare, alcune direzioni scolastiche abbiano dato il via libera a questo tipo di operazioni e in taluni casi le abbiano addirittura sostenute”.
“L’attuale situazione normativa e la prassi creata nel tempo riguardo la pubblicità nelle scuole tende purtroppo ad incentivare forme di proposta commerciale da svolgere negli stessi luoghi, a scapito di quelli che sono i fini pedagogici riservati agli stessi. L’elevato numero di genitori che si lamenta a riguardo di tali pratiche conferma tale tendenza. I genitori si lamentano soprattutto del fatto che direttori scolastici ed insegnanti non si attivino in modo sufficiente contro la pubblicità di beni e servizi, attuata direttamente nelle aule o negli edifici scolastici. La scuola diviene, in tal modo, un “mercato” da sfruttare ed utilizzare a fini commerciali, con il serio rischio di farle perdere ogni sua credibilità per quanto riguarda i suoi fini istituzionali e pedagogici.
“Sono necessari chiari segnali contro il preoccupante fenomeno dell’avanzare di interessi commerciali e delle lobby nelle scuole” commenta il direttore del Centro Tutela Consumatori Utenti (CTCU), Walther Andreaus. Il CTCU invita tutto il personale scolastico ad opporsi alle iniziative pubblicitarie fatte nei “dintorni” degli istituti scolastici della provincia, attraverso l’introduzione di opportuni standard e regole chiare per quel che riguarda le sponsorizzazioni da parte di imprese commerciali. “La pubblicità nelle scuole non è assolutamente conciliabile con il compito pedagogico riservato alle stesse”, prosegue Walther Andreaus. Il CTCU invita gli Assessori alla formazione scolastica ad un incontro, nel quale fissare regole e criteri chiari per il futuro. In questo, il serio impegno delle imprese a favore degli scolari sia nettamente distinto da iniziative meramente pubblicitarie!
