Vendite piramidali, Antitrust multa per 3 milioni myWorld Italia e Lyconet Italia
L’Antitrust ha multato per complessivi 3 milioni le due società myWorld Italia e Lyconet Italia per vendite promosse in modo poco trasparente, che presentano elementi costituti delle vendite piramidali
Le vendite piramidali colpiscono ancora. E l’Antitrust multa. L’Autorità ha deciso una sanzione complessiva di 3 milioni di euro, uno a mezzo a testa, per le società myWorld Italia e Lyconet Italia accusate di attuare un sistema di vendita di tipo piramidale. Secondo l’Antitrust è un sistema promosso in modo ingannevole e poco trasparente perché si fonda sul reclutamento di nuovi partecipanti.
Sistema di vendita poco trasparente
L’istruttoria avviata nei confronti di myWorld Italia e Lyconet Italia, spiega l’Antitrust, «ha accertato la scorrettezza del sistema di vendita multilivello promosso e gestito dalle due società». Secondo l’Autorità il sistema di vendita di myWorld Italia e di Lyconet Italia, oltre a essere promosso con modalità poco trasparenti e ingannevoli, presenta gli elementi costitutivi delle vendite a carattere piramidale e viola dunque il Codice del Consumo.
La promozione e il sistema di vendita multilivello
Di cosa stiamo parlando? MyWorld Italia è attiva nella gestione di un marketplace online ed è partner di Cashback World, un programma che permette alla sua shopping community di ricevere un cashback per ogni acquisto fatto con le imprese convenzionate. Vende anche i prodotti Lyconet ai consumatori aderenti al Lyconet Marketing Program. Si tratta di un programma di marketing che promuove la diffusione e l’uso del cashback world.
L’Antitrust ha dunque esaminato le modalità con cui si svolgeva la promozione, anche attraverso alcuni eventi aziendali dedicati, dell’adesione dei consumatori al programma per diffondere la formula di acquisto con cashback e al reclutamento di promotori nell’ambito del Lyconet Marketing Program.
Come spiega nell’ultimo bollettino, viene promosso e gestito un sistema di vendita “multilivello” «nel quale l’obiettivo commerciale degli aderenti non è la commercializzazione di un prodotto/servizio connotato da una formula di acquisto con cashback, bensì il reclutamento di un numero sempre maggiore di incaricati (marketers) ai quali viene prospettato un notevole ritorno economico conseguibile attraverso diversi percorsi di carriera, che richiedono il versamento di importi anche significativi per l’acquisto di specifici prodotti e servizi del Lyconet Program, aventi la precipua funzione di generare Shopping Points, necessari per raggiungere i vari livelli commissionali previsti nel piano di compensazione».
La presentazione è scorretta
Il sistema di vendita prevede che gli aderenti accumulino dunque un certo numero di shopping points anche attraverso l’induzione di nuovi consumatori che entrano nel sistema, comprano prodotti Lyconet, e così generano nuovi punti shopping.
Per l’Antitrust il sistema viene presentato il modo scorretto. Il materiale promozionale usato con i consumatori punta sull’adesione al programma di cashback e «non contiene alcun riferimento alla necessità di corrispondere somme di denaro e/o effettuare attività di reclutamento di nuovi promotori».
La rappresentazione fatta al consumatore è “poco trasparente e non veritiera” perché i vantaggi economici non derivano da una reale attività economica quanto piuttosto dall’adesione a questo sistema, basato sulle somme di denaro che derivano dai pagamenti fatti dagli altri partecipanti al programma e dall’ingresso di nuovi promotori.
In realtà si punta a creare «un sistema di acquisto dei prodotti Lyconet da parte dei consumatori che vengono fittiziamente reclutati come incaricati alle vendite».
Obiettivo reclutamento, sono vendite piramidali
I compensi di ogni marketer sono vincolati al numero di shopping points. Per maturare il diritto al rimborso e progredire di carriera bisogna acquistare uno specifico pacchetto fedeltà. E per andare avanti bisogna fare reclutamento di altri aderenti nel programma. Un sistema di vendite piramidale, dunque.
«Il sistema si fonda quindi sul contributo economico dei suoi partecipanti», spiega l’Antitrust, e i prodotti Lyconet «risultano di fatto sostanzialmente assimilabili a una quota di partecipazione al Sistema, necessaria a finanziare i corrispettivi promessi».
L’attività è in contrasto col Codice del consumo perché «è considerata scorretta la pratica commerciale consistente nell’avviare, gestire o promuovere “un sistema di promozione a carattere piramidale nel quale il consumatore fornisce un contributo in cambio della possibilità di ricevere un corrispettivo derivante principalmente dall’entrata di altri consumatori nel sistema piuttosto che dalla vendita o dal consumo di prodotti”».
Da qui le due multe per un totale di tre milioni di euro.