Altroconsumo: nel nuovo Codice della Strada assenti misure verso il modello “Città 30”

Altroconsumo: nel nuovo Codice della Strada assenti misure verso il modello “Città 30” (Foto di alba1970 da Pixabay)

“Notiamo con rammarico che nel testo del Nuovo Codice della Strada approvato in Consiglio dei Ministri non sono presenti misure che vadano verso il modello di “Città 30”: così Federico Cavallo, Responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo, nel commentare il via libera del Consiglio dei ministri al disegno di legge sulla sicurezza stradale e la delega per la riforma del codice della strada, che comincerà a ottobre il suo iter parlamentare.

Secondo Altroconsumo, “in vista di questi aggiornamenti occorre fare una riflessione più ampia, riguardante la tutela di tutti gli utenti stradali (automobilisti, pedoni e ciclisti) ed in generale di tutti gli abitanti della città”.

Codice della Strada, Altroconsumo: con Città 30 traffico più fluido e meno incidenti

L’organizzazione riporta, in primo luogo, i dati Istat: nel 2022, su 166mila incidenti contati nel corso dell’anno, ben il 73%, è avvenuto su strade urbane.

“Le città del nostro Paese – commenta in un una nota – risultano infatti a misura di auto e non di persone, con un rischio altissimo per gli utenti vulnerabili, ovvero i pedoni e coloro che si spostano in bici, monopattino o altri mezzi di mobilità leggera. I principali fattori di rischio, che aumentano la gravità e frequenza delle collisioni con autoveicoli è il peso dell’autoveicolo e la velocità. Il numero di autoveicoli in circolazione, inoltre, aumenta le probabilità di collisione”.

Per tutti questi motivi, Altroconsumo sostiene il modello “Città 30”, già adottato da molte città europee (30 sta per limite di velocità di 30 km/h diffuso in tutta la città).

“Questo modello di città, riducendo con interventi urbanistici la velocità e contemporaneamente incentivando il trasporto pubblico (riducendo i costi del biglietto ed aumentandone la capillarità), assicura una maggiore sicurezza per gli utenti più vulnerabili, portando al contempo ad una minor necessità di ricorrere ad automobili private e numerosi altri benefici – aggiunge Cavallo. – L’aumento delle sanzioni, infatti, non basta per aumentare la sicurezza in strada. La prevenzione si fa a livello culturale e di pianificazione urbanistica, ad esempio implementando il modello di città30”.

“Si tratta di un’idea di città che vuole invertire drasticamente le priorità – spiega ancora Altroconsumo. – Tutte le strade dovrebbero avere limiti di velocità a 30 km/h (in particolare quelle interne ai quartieri) e solo alcune (solitamente quelle di circonvallazione che permettono di spostarsi tra i quartieri) a 50 km/h. Nelle città europee in cui tale modello è stato già adottato, si è rilevata una diminuzione di gravità e numero di incidenti, decessi e di emissioni inquinanti, con una conseguente riduzione del rumore e del traffico. In Danimarca, per esempio, la riduzione di incidenti in tre anni nelle Zone 30 è stata del 77% e dei feriti addirittura dell’88%. A Londra il calo di incidenti è stato del 40% e dei feriti del 70%”.


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