Influencer, Codacons e Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi chiedono di indagare sui redditi

Influencer, Codacons e Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi chiedono di indagare sui redditi (Foto di Viralyft da Pixabay)

Codacons e Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi lanciano oggi una offensiva legale in merito ai redditi dichiarati dagli influencer italiani e su possibili irregolarità sul fronte fiscale da parte di chi pubblicizza sui social network resort, prodotti di lusso e abiti griffati. Ne ha dato notizia oggi il Codacons.

“Nell’ambito della collaborazione avviata con le Fiamme Gialle abbiamo presentato un esposto all’Agenzia delle Entrate e al Comando della Guardia di Finanza chiedendo di accendere un faro sul fenomeno dell’influencer marketing – spiega il presidente Carlo Rienzi, intervenuto al convegno – Non vogliamo certo demonizzare la categoria, ma considerato il business crescente di tale settore, che ha sfiorato i 300 milioni di euro in Italia nel 2022, e il numero di grandi e piccoli influencer coinvolti, circa 350mila, crediamo sia doveroso indagare sul rispetto della legalità anche in questi nuovi ambiti”.

Redditi degli influencer, l’esposto delle associazioni

“L’influencer marketing è sempre più un sistema di produzione di servizi costituente un vero e proprio business – scrivono Codacons e Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi nell’esposto presentato oggi – Un’attività come quella esercitata da personaggi famosi è tale da ingenerare un notevole flusso finanziario diretto ed indiretto. Molteplici sono le occasioni in cui il postare una foto o un video venga correttamente segnalato da hastag ed avvisi attestanti che per quell’attività vi è stato un compenso economicamente valutabile. Se a tali atti segue un vantaggio economico è necessario che lo stesso venga correttamente trattato come tale”.

“Si pone tuttavia l’esigenza di chiarire l’intera modalità di “gestione” dell’utilizzo di immagini di resort e hotel, indumenti con richiami espliciti a brand, sui social, da parte di influencer e anche le modalità con cui tali soggetti hanno provveduto al pagamento dei relativi beni o servizi – proseguono. – L’aver ricevuto in donazione, di qualsiasi forma ed entità, beni o vantaggi di valore economico o comunque commerciale costituisce prestazione meritevole di accertamento in quanto ipoteticamente collegabile al livello di pubblicità e notorietà offerto dall’influencer al servizio o al bene di consumo”.

“Il rischio che si vuole evitare – proseguono le due associazioni – è che proventi di attività pur non dichiarata commerciale e/o imprenditoriale non vengano correttamente assoggettati a tassazione. Per tali motivi abbiamo chiesto all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di finanza di svolgere un accertamento fiscale al fine di verificare se la ricchezza patrimoniale dei principali influencer italiani possa essere il frutto totale o parziale della concessione di regalie, attività di pubblicità e promozione di location, prodotti e beni di consumo e/o di lusso, e di avviare un accertamento sulla rilevanza di tali operazioni, sulla loro idoneità a costituire reddito e, quindi, sull’incidenza in ordine agli obblighi dichiarativi”.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)