La spesa delle famiglie si riduce. Assoutenti: “Gli italiani hanno tagliato la spesa alimentare” (Foto Pixabay)

Povertà assoluta in aumento e una spesa che in termini reali si riduce per effetto del caro prezzi. Nelle stime Istat diffuse nei giorni scorsi, oltre a dati allarmanti sull’aumento della povertà assoluta – che riguarda oltre 5 milioni e 700 mila persone, l’8,5% delle famiglie, il 14% dei minori – ci sono anche le stime sulla spesa delle famiglie nel 2023.

La spesa media mensile cresce in termini correnti del 3,9% rispetto all’anno precedente ma in termini reali si riduce dell’1,8% per effetto dell’inflazione (+5,9% la variazione su base annua dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo), senza particolari differenze tra le famiglie più o meno abbienti.

La spesa delle famiglie si ricuce

L’andamento della spesa delle famiglie negli ultimi anni vede una forte contrazione (-9,7%) nel 2020 per l’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid. Nel 2021 alla ripresa dell’attività economica contribuisce anche l’espansione della spesa delle famiglie mentre nel 2022 la crescita è legata all’inflazione.

“L’espansione della spesa – spiega infatti l’Istat – prosegue anche nel 2022 (+8,7%; nel Mezzogiorno +9,9%), in un contesto di rallentamento della crescita economica, principalmente a causa della rapida accelerazione dell’inflazione. Ritorna ai valori pre-pandemia anche il tasso di risparmio lordo delle famiglie consumatrici (8,0%), che era cresciuto molto nel 2020 (+15,6%) e nel 2021 (13,8%), accompagnandosi a un ingente calo delle spese”.

Per il 2023, prosegue l’Istat, “la stima preliminare della spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è pari a 2.728 euro mensili in valori correnti, in crescita del 3,9% rispetto ai 2.625 euro dell’anno precedente. Tale crescita, tuttavia, risente ancora in larga misura dell’aumento generalizzato dei prezzi (+5,9% la variazione su base annua dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo); in termini reali, la spesa media si riduce infatti dell’1,8%”.

Allo stesso tempo il tasso di risparmio lordo delle famiglie consumatrici, nei primi tre trimestri dell’anno, è sceso al 6,6%, molto al di sotto dei valori pre-pandemia. Questo segnala che “le famiglie, per far fronte al forte incremento dei prezzi, hanno diminuito la propria capacità di risparmio”.

Assoutenti: taglio di 6 miliardi sulla spesa alimentare

È una “Caporetto dei consumi”, ha commentato Assoutenti sottolineando che gli italiani di fatto hanno tagliato la spesa alimentare. Se tutto costa di più, si compra di meno.

«I rincari dei prezzi che hanno caratterizzato buona parte del 2023 hanno pesato come un macigno sulle tasche degli italiani, portando a profonde modifiche nelle abitudini di spesa delle famiglie – ha detto il presidente Gabriele Melluso – Per gli alimentari, ad esempio, la spesa dei cittadini è salita del 9% nel 2023 a causa dei fortissimi incrementi dei listini al dettaglio, a fronte di una riduzione dei consumi nello stesso comparto del -3,7% su base annua. Sempre meno cibo e bevande in tavola, quindi, con gli italiani che in volume hanno tagliato la spesa alimentare per complessivi 6 miliardi di euro».

«Ma i rincari dei prezzi hanno generato anche nuovi poveri nel nostro paese – ha proseguito Melluso – le famiglie in povertà assoluta salgono infatti dall’8,3% del 2022 all’8,5% del 2023, un dato che non può essere sottovalutato. Per questo chiediamo al governo di avviare misure sul territorio volte a combattere le speculazioni sui prezzi al dettaglio e tutelare la capacità di spesa dei cittadini, a partire dalla definizione a livello locale panieri di prodotti a prezzi calmierati, in modo da sostenere le famiglie alle prese con la spesa quotidiana».


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