Alimentazione, FAO: 3,1 miliardi di persone non possono permettersi una dieta sana
Oggi ricorre la Giornata Mondiale dell’Alimentazione. La FAO ricorda che il numero di persone che soffrono la fame nel mondo è in aumento, fino a 828 milioni nel 2021: “Troppe persone sono rimaste indietro”
Il 2022 è un anno ancora segnato dalla pandemia del COVID-19, dai conflitti, con un clima sempre più caldo, prezzi in ascesa, disuguaglianze e tensioni internazionali. Tutto ciò ha ripercussioni sulla sicurezza alimentare globale, tema centrale nella Giornata Mondiale dell’Alimentazione, che ricorre oggi.
Secondo i dati della FAO, oltre alle 970.000 persone a rischio di carestia in Afghanistan, Etiopia, Somalia, Sud Sudan e Yemen, il numero di persone che soffrono la fame nel mondo è in aumento (fino a 828 milioni nel 2021, secondo l’ultimo The State of Food Security and Nutrition in the World) e 3,1 miliardi di persone non possono ancora permettersi una dieta sana. E sono i più vulnerabili ad essere colpiti più duramente: donne, giovani, popolazioni indigene e agricoltori rurali.
Giornata dell’Alimentazione, FAO: troppe persone sono rimaste indietro
“È necessario costruire un mondo sostenibile in cui tutti, in tutti i Paesi del mondo, abbiano accesso regolare a quantità sufficienti di alimenti nutrienti. Nessuno può essere lasciato indietro”, scrive la FAO in occasione della Giornata di oggi.
“Troppe persone sono rimaste indietro – sottolinea – Di conseguenza milioni di persone in tutto il mondo non possono permettersi un’alimentazione corretta, il che le espone ad alto rischio di insicurezza alimentare e malnutrizione. Il problema è costituito dall’accesso e dalla disponibilità di cibi nutrienti, sempre più ostacolata da svariate criticità, tra cui la pandemia del COVID-19, i conflitti armati, il cambiamento climatico, le disuguaglianze, l’aumento dei prezzi e le tensioni internazionali. Le persone in tutto il mondo sono esposte all’effetto domino di queste sfide, che non conoscono confini”.
Per l’Organizzazione sono necessarie, dunque, soluzioni globali, che puntino a “una produzione migliore, una nutrizione migliore, un ambiente migliore e una vita migliore” per “trasformare i sistemi agroalimentari implementando soluzioni sostenibili e olistiche che tengano conto dello sviluppo a lungo termine, della crescita economica inclusiva e di una maggiore resilienza”.
Federbio: l’agricoltura bio per la transizione verso sistemi alimentari sostenibili
In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, FederBio invita a riflettere sul ruolo del cibo e sull’impatto ambientale, sociale ed economico generato dallo spreco di alimenti, che produce effetti devastanti per gli ecosistemi ambientali, a partire dall’inquinamento generato dallo smaltimento di enormi quantità di rifiuti alimentari.
“Siamo nel mezzo di un’emergenza alimentare, climatica ed energetica, con difficoltà di approvvigionamento di alcune materie prime e con i costi energetici per produrre il cibo schizzati alle stelle. Ritengo che per riequilibrare la considerevole disparità tra eccessi e carenze di cibo sia fondamentale modificare prima di tutto gli stili alimentari – ha sottolineato Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio. – Non si tratta di aumentare le rese che in buona parte finirebbero nella pattumiera,impattando doppiamente sull’ambiente, ma di cambiare il modello agricolo e di consumo alimentare”.
“La transizione ecologica verso l’agroecologia e le produzioni biologiche punta proprio a questo, ad essere lo strumento per modificare sia la produzione che i consumi alimentari – prosegue Maria Grazia Mammuccini. – La gigantesca quantità di alimenti che vengono quotidianamente sprecati, circa il 30%, sarebbe infatti sufficiente a nutrire l’intero Pianeta. Per risolvere il problema della fame nel mondo e contemporaneamente tutelare l’ambiente è importante adottare un modo più etico di produrre e consumare cibo, che eviti gli sprechi, riduca l’apporto di carne e punti sulla stagionalità e sul consumo di alimenti biologici. In questo modo si contribuirebbe anche a tutelare il suolo, la biodiversità, gli ecosistemi e a mitigare il cambiamento climatico, nell’interesse delle generazioni future”.