Ieri a Bruxelles si è svolto un tavolo tecnico nell’ambito della “Piattaforma Ue per la dieta, l’attività fisica e la salute”, in cui Coca Cola e Pepsi & Co, Mars e Mondelez, Nestlé e Unilever (i cosiddetti Big Food) hanno dichiarato il loro appoggio al cosiddetto “traffic lights system”, ovvero l’etichetta a semaforo. Il sistema è stato introdotto nel 2013 su base volontaria dalla GdO britannica col sostegno delle associazioni dei consumatori e poi recepito dall’amministrazione sanitaria d’oltremanica. In sostanza, si tratta di apporre sulle confezioni dei prodotti una sintetica informazione sul contenuto di grassi, zuccheri e altro, utilizzando i colori verde, giallo e rosso in misura delle quantità contenute e delle loro possibili ripercussioni sull’equilibrio di una sana alimentazione.

“Nel medio termine”, ha spiegato all’Ansa Dario Dongo, specialista in diritto alimentare, “la Commissione europea, col sostegno delle grandi lobby industriali e delle associazioni dei consumatori, potrà considerare i semafori d’oltremanica come il modello da applicare in tutta Europa, sia pure a titolo facoltativo. Un primo passo in avanti, anche se in Italia potremmo vedere applicato questo sistema solo fra alcuni anni”.

Intanto il Codacons fa sapere di non gradire affatto l’idea di introdurre l’etichetta e dichiara apertamente di essere pronto alla battaglia legale contro il possibile arrivo del “semaforo” sugli alimenti.

Non esiteremo a presentare una miriade di esposti in procura per truffa se le aziende immetteranno in commercio prodotti alimentari con il semaforo in etichetta”, spiega il Codacons. “Si tratta infatti di una evidente minaccia per i consumatori, che sarebbero sviati e condizionati nelle loro scelte economiche dalle indicazioni fuorvianti fornite dai colori rosso, giallo e verde delle etichette apposte sulle confezioni, assolutamente inadatte a fornire informazioni esaustive circa le caratteristiche nutrizionali del bene in vendita”.

Contro i marchi alimentari che applicheranno il semaforo, il Codacons lancerà una campagna di boicottaggio, spingendo i consumatori italiani a non acquistare i loro prodotti.


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