“Ridurre o perfino sopprimere le attività dell’INRAN -spiega Dona- vorrebbe dire sferrare un grave colpo all’intero settore produttivo agroalimentare che ha un disperato bisogno di innovazione e di ricerca, cose che solo pochi Istituti Pubblici possono assicurare”. Così Massimiliano Dona, segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori commenta la notizia circa un imminente accorpamento ad altri istituti o addirittura chiusura dell’Inran. L’Istituto Nazionale di Ricerca  per gli Alimenti e la Nutrizione, famoso per aver promosso nel mondo i benefici della dieta mediterranea, è entrato nel mirino del Governo che ha previsto una riduzione dei fondi destinati ad esso, mettendo così a rischio quel poco di ricerca indipendente nel campo alimentare che si fa in Italia.“Comprendiamo la necessità di un ridimensionamento dei costi – prosegue Dona – ma è sbagliato intervenire radicalmente su realtà come l’INRAN che hanno una consolidata tradizione e che rappresentano da sempre un punto di riferimento non solo nel proporre linee guida o nella sorveglianza alimentare, ma anche e soprattutto negli studi avanzati e innovativi sulla nutrigenomica. Piuttosto – incalza il Segretario generale dell’UNC – sarebbe bene tagliare tutte quelle strutture che sono duplicazioni inutili o persino  in concorrenza con altre strutture pubbliche di controllo”.
Dona fa sapere di aver sottoscritto l’appello contro l’ipotesi di chiusura lanciato da Il Fatto Alimentare e si rivolge al ministro Catania affinchè esamini attentamente la questione per mantenere in vita un Istituto così importante per il nostro Paese, destinandovi risorse necessarie al rilancio dell’attività .


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