Le perdite economiche complessive documentate generate da eventi atmosferici e climatici estremi nei 33 Stati membri dell’AEA nel periodo 1980-2016 hanno superato i 450 miliardi di euro. La quota maggiore delle ripercussioni economiche è stata causata dalle inondazioni (circa il 40 %), seguite dalle tempeste (25 %), dalla siccità (circa il 10 %) e dalle ondate di calore (circa il 5 %). La copertura assicurativa complessiva di questi pericoli ammonta a circa il 35 %. Per quanto concerne le conseguenze sulla salute umana, le ondate di calore sono i fenomeni più letali, soprattutto per categorie vulnerabili come gli anziani.Il caldo eccessivo infatti peggiora le patologie respiratorie e cardio-vascolari, ulteriormente aggravate dall’inquinamento atmosferico. Anche le alluvioni, le frane e gli incendi boschivi causano decessi, ma in numero inferiore rispetto alle ondate di calore.

È questo il quadro generale tracciato dalla relazione dell’AEA (Agenzia europea dell’Ambiente), dal titolo “Adattamento ai cambiamenti climatici e riduzione del rischio di catastrofi in Europa”. La relazione, oltre a valutare le pratiche attuali e lo stato delle conoscenze tecniche, illustra gli strumenti innovativi che le autorità nazionali, regionali e locali stanno mettendo in campo per affrontare gli impatti dei rischi legati agli eventi estremi atmosferici e climatici.

Le proiezioni sulle evoluzioni del clima ci dicono che nei prossimi decenni si registrerà un aumento della frequenza e della gravità della maggior parte di questi rischi in tutta Europa.

Nel caso specifico dell’Italia, sembra che tra il 1980 e il 2015 il Paese abbia subito danni per 64,9 miliardi di euro a causa di eventi climatici estremi. Tra i 33 paesi dello spazio economico europeo (See), la Penisola ha registrato le perdite economiche più ingenti ed è il secondo per numero di vittime, oltre 20mila, dopo la Francia (23mila).

La riduzione degli impatti di eventi atmosferici e climatici pericolosi e, di pari passo, l’adattamento ai cambiamenti climatici sono ormai priorità assolute dell’Unione europea. La relazione illustra i 10 pericoli naturali di maggior rilievo in Europa, nello specifico: ondate di calore, piogge torrenziali, straripamento di corsi d’acqua, tempeste di vento, frane, siccità, incendi boschivi, valanghe, grandinate e mareggiate. Questi eventi hanno pesanti impatti sulla salute umana, l’economia e gli ecosistemi e possono essere aggravati da altri cambiamenti quali l’impermeabilizzazione del suolo, l’edificazione in aree a rischio, l’invecchiamento della popolazione o il degrado degli ecosistemi.

La relazione presenta nuovi modelli di governance del fenomeno, di collegamento tra il livello nazionale e quello locale e con modalità intersettoriale su scala europea. Questi modelli comprendono politiche di pianificazione del territorio e di prevenzione del rischio, nonché misure tecniche come la costruzione di argini, modelli assicurativi e finanziamenti a lungo termine, nonché soluzioni di tipo naturalistico.

Se realizzati in modo efficace, questi progetti possono essere molto efficienti, convenienti sotto il profilo dei costi e fonte di molteplici benefici, quali il rafforzamento della biodiversità e il benessere umano.

Una cooperazione più stretta, che comprenda un migliore allineamento delle politiche, sarà cruciale per ridurre gli impatti di rischi atmosferici e climatici quali alluvioni, ondate di calore, incendi boschivi e mareggiate. Una maggiore coerenza degli interventi e l’utilizzo di metodi innovativi consentiranno di migliorare la gestione di questi eventi, secondo una relazione dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) pubblicata oggi.

“La portata della devastazione causata dagli incendi boschivi, dalle alluvioni e dalle mareggiate in Europa e nel mondo dimostra che i costi dell’inerzia sul fronte dei cambiamenti climatici e delle strategie e piani di adattamento e prevenzione sono estremamente alti”, ha dichiarato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’Agenzia europea dell’ambiente.

La mitigazione del rischio è essenziale, in quanto assicura azioni efficaci prima, durante e dopo eventi catastrofici. “Come mostra la nostra relazione, sebbene i paesi europei abbiano iniziato a prepararsi, molto resta ancora da fare sul fronte del rafforzamento della coerenza per migliorare la resilienza e ridurre i rischi. Questo dovrebbe essere l’obiettivo principale degli esperti che operano nel campo dell’adattamento ai cambiamenti climatici e della riduzione del rischio di catastrofi”.

 

Notizia pubblicata il 17/10/2017 ore 17.43


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Elena Leoparco
Elena Leoparco
Non sono una nativa digitale ma ho imparato in fretta. Social e tendenze online non smettono mai di stuzzicare la mia curiosità, con un occhio sempre vigile su rischi e pericoli che possono nascondersi nella rete. Una laurea in comunicazione e una in cooperazione internazionale sono la base della mia formazione. Help Consumatori è "casa mia" fin dal praticantato da giornalista, iniziato nel lontano 2012.

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