Concessioni balneari, CdM: trovato l’accordo, proroga a settembre 2027 (Foto Pixabay)

Si chiude l’accordo sulle concessioni balneari. Le concessioni vengono prorogate fino a settembre 2027, mentre le gare dovranno essere bandite entro giugno 2027; le nuove concessioni dureranno da 5 a 20 anni; viene previsto un indennizzo per il concessionario uscente, che verrà pagato da chi subentra.

Il Consiglio dei Ministri di ieri ha infatti approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi derivanti da atti dell’Unione Europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano. Il decreto legge, promette Palazzo Chigi, “consentirà di agevolare la chiusura di 16 casi di infrazione e di un caso EU Pilot” e “permetterà all’Italia una significativa riduzione del numero di procedure d’infrazione pendenti che consentirà di raggiungere il numero minimo storico di procedure pendenti e allinearsi alla media europea”. In questo ambito è stato inserito il provvedimento sulle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico-ricreative e sportive.

Balneari, la soluzione trovata

“Con particolare riferimento alla procedura di infrazione sulle concessioni balneari, la collaborazione tra Roma e Bruxellessi legge nella nota di Palazzo Chigi – ha consentito di trovare un punto di equilibrio tra la necessità di aprire il mercato delle concessioni e l’opportunità di tutelare le legittime aspettative degli attuali concessionari, permettendo di concludere un’annosa e complessa questione di particolare rilievo per la nostra Nazione”.

Si è dunque arrivati a un accordo con l’Unione europea. I punti principali della riforma delle concessioni balneari, spiega la nota di Palazzo Chigi, sono “l’estensione della validità delle attuali concessioni fino al settembre 2027, l’obbligo di avviare le gare entro il giugno 2027, la durata delle nuove concessioni da un minimo di 5 a un massimo di 20 anni, al fine di garantire al concessionario di ammortizzare gli investimenti effettuati, l’assunzione di lavoratori impiegati nella precedente concessione, che ricevevano da tale attività la prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare, l’indennizzo per il concessionario uscente a carico del concessionario subentrante e pari al valore dei beni ammortizzabili e non ancora ammortizzati e all’equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni”.

Fra i criteri di valutazione delle offerte ci sarà anche l’essere stato titolare, nei cinque anni precedenti, di una concessione balneare quale prevalente fonte di reddito.

Consumatori contrari già dalle prime bozze

Ma già davanti alle bozze del provvedimento con la proroga al 2027 che erano circolate prima del CdM c’era stata l’opposizione delle associazioni dei consumatori.

La proroga, aveva affermato il Codacons, “rappresenta una presa per i fondelli e non risolve in alcun modo il nodo balneari”.

«Con la decisione di prorogare le concessioni il governo rimanda alle calende greche la soluzione al problema, dimostrando di non saper affrontare adeguatamente la questione», afferma il presidente Carlo Rienzi, per il quale si prolungherebbe «una insostenibile situazione di illegittimità che non fa onore al nostro Paese. Con la conseguenza che, fino al 2027 e in presenza di una condizione di illegalità sul fronte delle concessioni balneari, chiunque potrà occupare le spiagge senza chiedere alcun permesso ai gestori dei lidi».

Secondo l’Unione Nazionale Consumatori «si penalizzano le famiglie pur di accontentare i balneari – ha commentato il presidente Massimiliano Dona – Si costringe, infatti, il nuovo concessionario a pagare quello vecchio pur di farlo sloggiare, come se fosse un negoziante che ha diritto all’avviamento, con l’effetto che chi subentra si rivarrà ovviamente sui consumatori finali, facendo pagare a un prezzo ancor più salato ombrelloni e sdraio, visto che nelle gare nessuno introduce un vincolo alle tariffe».


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