Legambiente: la Marmolada è un ghiacciaio che sta morendo
Carovana dei ghiacciai 2024 di Legambiente: “Il ghiacciaio della Marmolada, il più grande delle Dolomiti, è ormai un ghiacciaio in coma irreversibile”
La Marmolada è un “ghiacciaio morente”, probabilmente destinato a sparire entro il 2040 o il 2050. In 100 anni è diminuita del 50% la sua reale dimensione e nell’ultimo decennio si è ridotto di un ulteriore 50%. Il ghiacciaio sta arretrando e la sua sofferenza è quella della montagna, delle Alpi e di risorse naturali che soffrono la crisi climatica e la gestione ormai non più sostenibile dei grandi impianti e del modo di fruire la montagna.
L’allarme viene da Legambiente a conclusione della sesta e ultima tappa di Carovana dei ghiacciai 2024, la campagna nazionale di Legambiente in collaborazione con CIPRA Italia e con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano, che oggi conclude il suo viaggio sull’arco alpino. Oggi l’associazione ha diffuso il bilancio sullo stato di salute della Marmolada. Che è sempre più grave e triste. Il ghiacciaio della Marmolada è “in coma irreversibile”.
Ghiacciaio della Marmolada “in coma irreversibile”
“Il ghiacciaio della Marmolada, il più grande delle Dolomiti, è ormai un ghiacciaio in coma irreversibile – denuncia Legambiente – Dal 1888 è arretrato di 1.200 metri e con un innalzamento della quota della fronte di 3500 metri. Negli ultimi cinque anni il ghiacciaio ha perso ben 70 ettari di superficie, ossia pari a 98 campi da calcio passando da circa 170 ha del 2019 ai 98 nel 2023. A questo ritmo entro il 2040 il ghiacciaio della Marmolada non esisterà più”.
Il ghiacciaio condivide questa condanna con i due ghiacciai più grandi delle Alpi, quello dell’Adamello, situato tra Lombardia e Trentino, e quello dei Forni, in Lombardia, tutti e tre posti sotto i 3500 metri e segnati da perdite di spessore importanti. Misure sulle condizioni superficiali dei ghiacciai indicano che il ghiacciaio della Marmolada e dei Forni hanno picchi di perdita di spessore a breve termine rispettivamente di 7 e 10 cm al giorno; mentre per il ghiacciaio dell’Adamello le misurazioni a lungo termine rilevano che la perdita di spessore derivata dalla fusione glaciale permette di camminare oggi sul ghiaccio derivato dalle nevicate degli anni ‘80.
La crisi climatica colpisce ad alta quota con effetti che porteranno a un cambiamento profondo della montagna. Il ghiacciaio della Marmolada è un super osservato speciale da Carovana dei ghiacciai che ha fatto tappa sulla Regina delle Dolomiti già nel 2020 e nel 2022 per poi tornarci quest’anno.
Quello che emerge, spiega Legambiente, è “un ghiacciaio in forte sofferenza: se 136 anni fa si estendeva per circa 500 ettari, ed era grande come 700 campi da calcio, dal 1888 ha registrato una perdita areale superiore all’80% e una perdita volumetrica superiore al 94%. Nel 2024 lo spessore massimo è di 34 metri. L’accelerata della fusione del ghiaccio ad alta quota sta lasciando il posto ad un deserto di roccia bianca, levigata da quello che un tempo era il grande gigante bianco, e prendono vita nuovi ecosistemi”.
«Le Alpi sono un luogo fondamentale a livello nazionale ed europeo, ma sono anche sempre più fragili a causa della crisi climatica che avanza. Il ghiacciaio della Marmolada – dichiara Vanda Bonardo responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di CIPRA Italia – ne è un esempio importante e con Carovana dei ghiacciai abbiamo raccontato la sofferenza di un ghiacciaio morente, segnato da un’accelerazione del processo di fusione che ha numeri impressionanti e che richiede risposte urgenti a partire da una governance sostenibile del territorio. Per questo abbiamo sottoscritto il Manifesto per Un’altra Marmolada per una fruizione sostenibile della montagna presentato da Climbing For Climate».
«I dati glaciologici sulla Marmolada rendono questo ghiacciaio emblematico per la sofferenza di tutti i ghiacciai alpini – dichiarano Valter Maggi e Marco Giardino, rispettivamente presidente e vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano – Si tratta di un corpo glaciale scarsamente alimentato che soffre a causa della pressione climatica e antropica. Le trasformazioni ambientali si stanno ripercuotendo su questo ambiente glaciale e dobbiamo tenerne conto sia per i ghiacciai sia per le aree circostanti».
Microplastiche e rifiuti sulla Marmolada
Altre minacce per la Marmolada sono poi rappresentate da microplastiche e rifiuti. L’inquinamento da microplastiche è legato anche ai teli geotermici che per Legambiente sono solo “un accanimento terapeutico”. Ci sono poi i rifiuti abbandonati in quota, di ieri e di oggi. E c’è la questione della post gestione degli impianti chiusi e secondo Legambiente da smantellare come quello a Pian dei Fiacconi. L’impianto di risalita, chiuso nel 2019, è stato travolto dalla valanga del 2020. Oggi in quota rimane una struttura abbandonata e sventrata dalla valanga e dal pesante impatto ambientale e paesaggistico in un’area montana che è patrimonio Unesco. L’associazione chiede si intervenga al più presto per smantellarlo e che non vengano costruiti altri impianti di risalita.