A breve distanza dalla ratifica europea dell’Accordo di Parigi, dall’Unione arriva un segnale che ha il sapore di una vera e propria marcia indietro. Sembra infatti che il Presidente della Commissione Europea, Jean Claude Junker, voglia escludere dalla regolamentazione “Ecodesign” alcuni elettrodomestici di uso comune, qualora si valutasse come poco significativo il loro impatto sul risparmio energetico. È un segnale grave che i bollitori e i tostapane elettrici, presenti in decine di milioni di case europee, vengano esplicitamente indicati come prodotti minori da non regolamentare. E lo è ancora di più che non siano inclusi nelle regole di efficienza energetica i cellulari, che carichiamo tutti i giorni nelle nostre case”. Davide Sabbadin, responsabile efficienza energetica di Legambiente.

Non ha veramente alcun senso indebolire la norma energetica di maggiore successo dell’Unione europea, una disposizione che, senza alcuna spesa per i cittadini e per gli Stati, ci fa risparmiare mediamente 400 euro all’anno di elettricità a famiglia”, prosegue Sabbadin.

La direttiva Ecodesign è la norma europea che fissa gli standard minimi per l’introduzione sul mercato dei nuovi elettrodomestici. Seguendo l’evoluzione tecnologica dei prodotti, impone che abbiano consumi ragionevoli e quindi aiuta il mercato a fare pulizia dei prodotti meno performanti. Si applica solo ai prodotti nuovi, e i cittadini che hanno prodotti economici o obsoleti in casa sono liberi di continuare a usarli fino a quando non decidono di buttarli. Senza questa norma, introdotta oltre 15 anni fa, i frigoriferi e tutti gli altri elettrodomestici ad essa soggetti, non avrebbero avuto quella spinta a migliorare le prestazioni che ora li vedono consumare il 50% rispetto ai modelli dell’epoca.

A livello macro, secondo i dati della stessa Commissione Europea, il risparmio energetico medio per ciascun elettrodomestico al 2020 è atteso attorno al 18% e complessivamente la norma vale 170 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti, tutta energia non importata dall’estero che peserebbe sui bilanci statali.

“Junker”, prosegue il responsabile efficienza energetica di Legambiente, “indebolisce una norma che prevede, tra l’altro, che le innovazioni prese in considerazione per definire gli standard minimi siano solo ed esclusivamente quelle che si ripagano nella corso della vita utile del prodotto. Non è mai stata presa in considerazione nella normativa Ecodesign, l’efficienza energetica che non si traduce anche in risparmio economico per il consumatore”. 


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