“Per affrontare la crisi climatica e per migliorare la qualità dell’aria delle nostre città, incentivare una mobilità più ecologica e disincentivare quella più inquinante, è una scelta necessaria che va inserita in quadro strategico sia di medio (al 2030) sia di lungo termine (2050) per orientare i comportamenti dei cittadini e quelli dei produttori di mezzi di trasporto”. Lo dice Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, che avanza anche una proposta su come articolare il meccanismo del bonus malus per le auto inserito nella Legge di Bilancio 2019.

Secondo la proposta di Ronchi, il bonus fino a 6.000 euro dovrebbe andare prioritariamente ai mezzi elettrici per il trasporto pubblico e per quello condiviso (sharing, pooling ,taxi ecc.) per i veicoli commerciali leggeri, per gli scooter elettrici e le bici a pedalata assistita.

Per i modelli di auto elettriche molto costose che arrivano oltre i 150.000 euro, gli incentivi farebbero “piovere sul bagnato”, senza efficacia pratica, dovrebbero quindi andare solo a modelli di auto che costano meno di 40.000 euro, anche per orientare i produttori. Il bonus, sempre col tetto del costo del veicolo a 40.000 euro, andrebbe dato ad auto con emissioni inferiori ai 90 grammi di CO2 per Km, purchè non alimentate esclusivamente a diesel e benzina. 

A chi far pagare il malus? Ai veicoli più inquinanti in maniera crescente col crescere della cilindrata e delle emissioni, più di quanto non sia previsto (col tetto a soli 3.000 euro) dalla proposta in discussione. Il livello di esenzione dal malus dovrebbe partire da un doppio riferimento: dalla cilindrata fino 1600 cc e dalle emissioni superiori a 120 grammi di CO2, tutelando le fasce a reddito più basso e le auto piccole, comunque in media meno inquinanti.

“Naturalmente”, conclude Ronchi, “tali tetti (90 grammi per il bonus e 120 per il malus), andranno rivisti per il 2021, quando entrerà in vigore la nuova normativa europea sulle emissioni e quando, prevedibilmente, il costo delle auto elettriche sarà più basso. Bisognerebbe inoltre incentivare adeguatamente la rottamazione di autoveicoli più inquinanti fino a Euro 3, sia con sostituzione di autoveicoli ecologici, sia senza alcuna sostituzione”. 


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