Mobilità sostenibile: i giovani ci pensano, ma l’Italia è indietro
Secondo un’indagine sui giovani e la mobilità sostenibile, solo 1 su 3 usa macchine e moto e tutti praticano uno stile di vita sostenibile, partendo dal modo in cui si muovono e passando per il riciclo e il riuso
I giovani sono proiettati verso una mobilità sempre più sostenibile: soltanto 1 su 3 usa mezzi motorizzati preferendo muoversi a piedi, in bici, utilizzando il trasporto pubblico locale o mezzi di sharing. Lo rivela l’indagine “I giovani e la mobilità sostenibile”, condotta nelle scorse settimane da Skuola.net per ECO Festival della Mobilità Sostenibile e delle Città Intelligenti, in occasione della Settimana europea della sostenibilità.
Dal sondaggio emerge, quindi, una certa sensibilità delle nuove generazioni verso temi quali l’inquinamento e il cambiamento climatico. Il 60% racconta, infatti, di prestare una particolare attenzione quotidiana alla riduzione delle proprie emissioni carboniche quando si muove da un luogo all’altro.
“Questo aspetto – si legge nell’indagine – risulta quello più importante da curare, secondo il 39%, per ridurre il proprio impatto ambientale, seguito dalla raccolta differenziata (24%) e dal recupero/riuso degli oggetti (23%). Non manca, poi, chi pone più attenzione a comportamenti virtuosi come usare meno risorse – acqua ed energia in primis – per il benessere personale (8%) o prodotti cosmetici meno inquinanti (7%)”.
Mobilità sostenibile, i giovani prediligono il trasporto pubblico
L’interesse dei giovani per le questioni ambientali si traduce nei comportamenti di tutti i giorni, racconta il sondaggio. Oltre 2 su 3, infatti, sostengono di aver pressoché abbandonato i mezzi di trasporto più inquinanti: il 33% preferisce, laddove possibile, sfruttare il servizio pubblico (bus, tram, metropolitane, treni locali, ecc.), il 13% si divide tra biciclette e monopattini, il 4% sta già sperimentando altre forme di micromobilità elettrica (come, ad esempio, hoverboard, monowheel e dintorni), il 19% quando ha modo va direttamente a piedi.
Mentre solo il 31% continua a prediligere i classici veicoli a motore (automobili, moto e motocicli), da ospite o guidatore.
Tuttavia, proiettandosi nel futuro, le ragazze e i ragazzi che hanno partecipato al sondaggio prevedono comunque di dover acquistare l’auto, per esigenze lavorative, logistiche, familiari e così via: per il 61% è praticamente certo, il 23% potrebbe rinunciarvi solo se dovessero crescere e affermarsi definitivamente i servizi di car sharing o di noleggio. Appena il 16% lo esclude a priori.
“I giovani sono disposti ad abbracciare il cambiamento, a muoversi con i mezzi pubblici o in maniera sostenibile. Ma sono anche consapevoli che, allo stato attuale, le nostre città non sono ancora pronte. Quindi se per oggi la maggior parte lascia parcheggiate auto e moto private, un domani l’auto di proprietà sarà un must per molti di loro, per gestire la vita da adulti”, commenta Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.
Riduzione delle emissioni in città, Italia indietro
Secondo quanto emerso dall’indagine solo il 30% delle ragazze e dei ragazzi pensa che in Italia si stia lavorando efficacemente verso una direzione più sostenibile. Oltre 1 su 4 ritiene, ad esempio, che in Italia smart cities e mobilità sostenibile siano un’utopia irrealizzabile.
I giovani che hanno risposto al sondaggio ritengono che sia necessario in primo luogo un riassetto del trasporto pubblico. Per quasi la metà di loro (45%) potrebbe bastare un potenziamento della frequenza delle corse, il 26% punterebbe piuttosto sull’allargamento della rete al maggior numero possibile di aree cittadine, il 21% pensa che il contenimento dei prezzi di biglietti e abbonamenti sarebbe la soluzione ottimale, solo l’8% in via prioritaria agirebbe sulla sicurezza e sul comfort dei veicoli.
Inoltre, sempre secondo i giovani, è necessario incentivare la ciclabilità: il 47% degli intervistati ritiene che sia fondamentale aumentare le infrastrutture dedicate (piste ciclabili, bike station, ecc.), mentre il 27% crede sia fondamentale ripensare gli spazi urbani con più attenzione a ciclisti e pedoni.
Oltre a questo, le città del futuro dovrebbero poi per poter contare su una riduzione dei limiti di velocità – il 71% sarebbe ben disposto ad accettarli in cambio di una riduzione della mortalità dovuta agli incidenti stradali (prima causa di morte per i giovani italiani sotto i 30 anni) – e su una maggiore riforestazione, per assorbire le emissioni di CO2 inevitabili: per 2 intervistati su 3, anche su questo punto ancora non si sta facendo abbastanza.