
Greenwashing
Pubblicità ingannevole per Eni Diesel +, i Consumatori: no al greenwashing
Il marketing ingannevole che attribuisce vanti green non deve passare. Le associazioni dei consumatori accolgono con favore la multa dell’Antitrust a Eni per la campagna pubblicitaria di Eni Diesel +
Il greenwashing non deve passare. Tanto più quando i vanti green del marketing sono addirittura attribuiti a un gasolio per autotrazione, «ovvero un carburante che per sua natura è un prodotto altamente inquinante e che, evidentemente, non può essere considerato “green” né tantomeno attraverso il suo utilizzo è possibile prendersi cura dell’ambiente». Così l’Antitrust che ha sanzionato Enui per 5 milioni di euro per la campagna pubblicitaria di Eni Diesel +.
Il provvedimento raccoglie il favore delle associazioni dei consumatori, a partire dal Movimento Difesa del Cittadino, che insieme a Legambiente e alla European Federation for Transport and Environment AISBL aveva fatto la segnalazione all’Autorità.

Un’importante vittoria a tutela del consumatore
Si tratta di un’importante vittoria in tema di tutela del consumatore, spiega il Movimento Difesa del Cittadino.
«L’importanza della decisione che sanziona l’Eni per la campagna pubblicitaria relativa al gasolio Diesel + con 5 milioni di euro è duplice, sia per l’importo massimo della multa ma soprattutto perché punisce per la prima volta in Italia quale pratica commerciale scorretta ai danni dei consumatori il “Greenwashing” ovvero il marketing ingannevole sulle qualità di rispetto e sostenibilità ambientale di un prodotto».
Ottime notizie! Multa @antitrust_it a @eni per la campagna sul Diesel “green”. ⛽️
Con la #sostenibilità non si scherza e non si ingannano i #consumatori: lo scandalo #dieselgate non ha insegnato nulla?
Con @Altroconsumo in campo per smascherare i giochi #greenwashing! ♻️ https://t.co/sZiX7jtuqy pic.twitter.com/5yWlqYSuHD
— Ivo Tarantino (@ivo_tarantino) January 15, 2020
Non speculare sull’ambiente
Soddisfatte dunque le associazioni dei consumatori. La pubblicità non era infatti passata inosservata e, come ribadisce il Codacons, «rischiava di indurre in errore i consumatori e modificarne le scelte economiche. L’utilizzo del termine “Green”, specie nel contesto attuale dove è sempre più grande l’attenzione per l’ambiente e per comportamenti ecosostenibili, di fatto rischiava di configurare un inganno per gli automobilisti, convinti di acquistare un carburante ecologico e non inquinante».
Codici chiede di non ingannare i consumatori e di non speculare sull’ambiente.
«Rivolgiamo un plauso all’Antitrust per l’intervento forte e deciso a tutela dei consumatori – commenta Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e al tempo stesso ci auguriamo che questa multa serva da lezione a chi ricorre a campagne pubblicitarie piene di slogan che poi si rivelano vuoti ed ingannevoli. C’è un aspetto sgradevole in questa vicenda e non è secondario, perché riguarda un tema molto discusso in questo periodo, quello ambientale. Proprio in questi giorni in diverse città italiane, tra cui Roma e Milano, vengono imposte delle limitazioni al traffico per combattere lo smog. Pubblicizzare un prodotto puntando su un impatto ambientale positivo che in realtà è infondato, come dimostrato dall’Autorità, è un fatto grave. I consumatori meritano rispetto, non pubblicità ingannevoli che arrivano a speculare su un tema così delicato come l’ambiente».
Ambientalisti: gli additivi vegetali non aiutano l’ambiente
La sentenza oggi, dicono Legambiente e Transport & Environment (T&E), rappresenta un segnale forte nei confronti delle compagnie di combustibili fossili e dei loro tentativi di rappresentare al pubblico i biocarburanti come rispettosi dell’ambiente e addirittura come parte della soluzione alla crisi climatica.
«Quella di oggi è decisione storica, perché per la prima volta in Italia si parla ufficialmente di greenwashing e perché finalmente viene smascherato questo grande inganno ai danni dei cittadini da parte di uno dei maggiori Nemici del Clima qual è Eni – commenta Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ci ha dato ragione, ma non basta. Ora è tempo che anche il Governo scommetta davvero su un Green New Deal italiano, iniziando proprio dalla definizione immediata di una strategia di uscita graduale ma netta e inesorabile dai 19 miliardi di euro di sussidi diretti e indiretti alle fonti fossili che sono causa dell’emergenza climatica, definendo anche lo stop agli incentivi all’uso dell’olio di palma nel diesel».
«Non esiste il diesel green, prodotto con olio di palma o altre colture alimentari perché causa la deforestazione, – ha aggiunto Veronica Aneris, responsabile Transport & Environment (T&E) in Italia –. Le compagnie petrolifere devono smettere di cercare di indurre in errore cittadini e politici con il falso claim del diesel che rispetta l’ambiente e la salute. Dovrebbero invece investire in soluzioni realmente sostenibili, come l’elettricità rinnovabile e i biocarburanti avanzati e il governo deve fare la sua parte nello spingere le multinazionali dei fossili a dare il giusto contributo nella transizione a emissioni zero».
Le associazioni sollecitano ora il Governo a interrompere gli incentivi all’uso dell’olio di palma nel diesel. E ricordano come l’Europa abbia già etichettato l’olio di palma nel gasolio come insostenibile. Gli europei mangiano sempre meno olio di palma mentre ne bruciano senza saperlo sempre più utilizzando auto e camion. L’anno scorso, spiegano, il 65% dell’olio di palma importato nell’UE è stato utilizzato per l’energia; il 53% è stato utilizzato per produrre biodiesel per auto e camion, un massimo storico, e il 12% per generare elettricità e riscaldamento.

Scrive per noi

- Giornalista professionista. Direttrice di Help Consumatori. Romana. Sono arrivata a Help Consumatori nel 2006 e da allora mi occupo soprattutto di consumi e consumatori, società e ambiente, bambini e infanzia, salute e privacy. Mi appassionano soprattutto i diritti, il sociale e tutti quei temi che spesso finiscono a fondo pagina. Alla ricerca di una strada personale nel magico mondo del giornalismo ho collaborato come freelance con Reset DOC, La Nuova Ecologia, Il Riformista, IMGPress. Sono laureata con lode in Scienze della Comunicazione alla Sapienza con una tesi sul confronto di quattro quotidiani italiani durante la guerra del Kosovo e ho proseguito gli studi con un master su Immigrati e Rifugiati. Le cause perse sono il mio forte. Hobby: narrativa contemporanea, cinema, passeggiate al mare.
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