REPowerEU, le reazioni: bene sulle rinnovabili, non sui nuovi investimenti
Il piano REPowerEU presentato dalla Commissione europea punta all’indipendenza energetica dell’Europa e ad accelerare la transizione verde. Gli aspetti positivi e quelli critici secondo le associazioni ambientaliste e della società civile
Il piano REPowerEU presentato dalla Commissione europea punta all’indipendenza energetica dell’Europa e ad accelerare la transizione verde. Dentro ci sono tanti temi e l’esigenza di contemperare la necessità di smarcarsi dalla dipendenza dalla Russia su gas e fonti fossili e di proseguire il percorso dell’Europa verso la transizione all’energia sostenibile e al green. Sul pacchetto arrivano dunque le valutazioni di ambientalisti e società civile, articolate perché articolate è anche il piano.
Legambiente: bene REPowerEU, no a rigassificatori e gasdotti
Per Legambiente il nuovo pacchetto di misure “Repower EU” pubblicato dalla Commissione Europea «va in parte nella giusta direzione per superare la dipendenza energetica da Mosca e per accelerare la transizione energetica ed ecologica investendo, davvero, sulle fonti rinnovabili – dice l’associazione – Positivi gli interventi previsti per le fonti pulite e il loro sviluppo, per l’efficientamento energetico e le comunità energetiche; da bocciare, invece, la previsione di nuovi investimenti, soprattutto per rigassificatori e gasdotti».
«Il Repower EU, sul fronte delle energie pulite – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – rappresenta una buona notizia dato che contiene misure e interventi che potranno portare benefici all’ambiente, all’economia ma anche a quelle imprese e cittadini che scelgono e sceglieranno di investire su queste fonti. Ben venga, infatti, l’innalzamento dei target delle rinnovabili al 2030, dal 40 al 45%, la proposta di revisione della direttiva per semplificare il processo autorizzativo e quella di installare pannelli solari per tutti gli edifici insieme ad una maggiore diffusione delle comunità energetiche. Bene anche le misure previste per l’efficientamento energetico con l’obiettivo al 2030 che passa dal 9 al 13%».
Tassonomia europea e mobilitazione #NotMyTaxonomy
Legambiente si aggancia al piano REPowerEU per rilanciare anche il tema della tassonomia verde europea, la classificazione degli investimenti ritenuti sostenibili in Europa dal punto di vista ambientale che propone di considerare gas e nucleare, a determinate condizioni, come investimenti green e utili alla transizione ecologica della Ue.
Sostiene Mauro Albrizio, responsabile ufficio europeo di Legambiente: «Dall’Europa ci aspettiamo un passo indietro sulla proposta di tassonomia verde che prevede l’inserimento di nucleare e gas come investimenti sostenibili equiparandoli alle energie rinnovabili. Si tratta di una scelta insensata e non giusta, che allontana dalla giusta transizione ecologica verso le fonti rinnovabili».
Per questo sabato 21 maggio diverse associazioni comitati e movimenti ecologisti sarà in piazza a Roma e Milano, alle ore 17.00, per partecipare alla mobilitazione europea contro la proposta di tassonomia verde all’insegna dello slogan #NotMyTaxonomy.
EEB: REPowerEU apre la strada alle rinnovabili, ma mina la legislazione ambientale
REPowerEU apre la strada alle energie rinnovabili, ma mina anche la legislazione ambientale, commenta a sua volta l’EEB – l’European Environmental Bureau.
L’Europa ha finalmente deciso di accelerare sulla transizione energetica. Il Piano presentato, con una dotazione di 195 miliardi di euro, mira a interrompere l’importazione di combustibili fossili russi entro il 2027 concentrandosi su tre strategie: aumentare le energie rinnovabili, mobilitare il risparmio energetico e diversificare le fonti energetiche. L’EEB, rete europea di ONG verdi, accoglie dunque con favore «l’aumento senza precedenti delle energie rinnovabili previsto nel piano». Ma è critico rispetto agli investimenti e ai rischi per la legislazione ambientale.
«Il rafforzamento dell’energia solare ed eolica, dell’efficienza energetica e delle pompe di calore è la strada giusta per sostituire la dipendenza dell’UE dal gas russo – ha detto Patrick ten Brink, vice segretario generale dell’EEB – Celebriamo la storica spinta per l’energia pulita delineata nel RePowerEU, ma guardiamo anche con grande preoccupazione all’enfasi posta sulle nuove rotte del gas. L’UE dovrebbe diffidare dal creare maggiore dipendenza dai combustibili fossili da regimi autocratici o da progetti di fracking che devastano il clima».
La diversificazione delle fonti energetiche, come si legge nella comunicazione, sostituirebbe semplicemente i combustibili fossili russi con altri combustibili fossili, portando a ulteriori dipendenze. Inoltre la Commissione europea si concentra sul passaggio al gas naturale liquefatto (GNL), che può essere molto più ad alta intensità di carbonio rispetto al gas russo se si considerano le emissioni complessive del trasporto marittimo e della rigassificazione, argomenta l’EEB.
La sigla denuncia poi che dietro l’accelerazione dei permessi sulle rinnovabili il pacchetto contiene proposte che finiscono per annacquare le principali salvaguardie ambientali. In sintesi: “Dichiarare che tutte le energie rinnovabili sono di “interesse pubblico prevalente” per aggirare i meccanismi e le salvaguardie ambientali costituisce un pericoloso precedente».