Rifiuti abbandonati sulla Marmolada, Legambiente: “La Regina delle Dolomiti è vittima di incuria” (Foto Legambiente)

Rifiuti abbandonati sulla Marmolada, Legambiente: “La Regina delle Dolomiti è vittima di incuria”

Carovana dei ghiacciai 2024 è arrivata sulla Marmolada con la campagna di raccolta dei rifiuti abbandonati. Ne sono stati trovati centinaia, alcuni risalenti alla Prima guerra mondiale, altri agli anni ‘70-’80 per arrivare ai nostri giorni

A caccia di rifiuti abbandonati sulla Marmolada. «La Regina delle Dolomiti è vittima di incuria da parte dell’uomo. La montagna va tutelata ma anche rispettata. Quando si sale in quota serve più attenzione e coscienza ambientale, perché le tracce che lasciamo oggi segneranno per anni questi luoghi con impatti su ambiente e biodiversità». Così Legambiente che nei giorni scorsi, nell’ambito della Carovana dei Ghiacciai, è arrivata sulla Marmolada insieme all’Università di Padova e alla campagna Puliamo il Mondo per una giornata di pulizia e raccolta rifiuti ad alta quota.

Sono stati raccolti circa 400 rifiuti abbandonati di ogni genere e forma, alcuni risalenti alla Prima guerra mondiale, altri agli anni ‘70-’80 per arrivare ai giorni nostri. E sul sentiero che porta al ghiacciaio della Marmolada sono state trovate anche tre mini-discariche. Oggi ci sarà a Padova la conferenza di Carovana dei ghiacciai sullo stato di salute del ghiacciaio della Marmolada.

 

Foto Legambiente

 

Rifiuti abbandonati sulla Marmolada, tutto quello che è stato trovato

La caccia ai rifiuti sulla Marmolada ha dato purtroppo i suoi frutti. Latte e lattine, scatolette, fazzoletti, plastica e microplastiche, resti di piatti, posate di plastica e metallo, tappi di bottiglia, pezzi di vetro, sigarette, ed ancora frammenti e materiali tecnici, pezzi di ferro e calcinacci: sono circa 400 i rifiuti abbandonati di ogni genere e forma trovati e raccolti lungo il sentiero che porta al ghiacciaio della Marmolada dal team di Carovana dei ghiacciai 2024, la campagna nazionale di Legambiente che monitora i ghiacciai alpini in collaborazione con CIPRA Italia e con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano.

Un tema, quello dei rifiuti abbandonati, su cui Carovana dei ghiacciai 2024 torna dopo il primo clean up organizzato ad inizio ad agosto sul ghiacciaio dei Forni, in Lombardia, per sensibilizzare e informare le persone su questo problema che riguarda anche le Alpi.

Sulla Marmolada, racconta Legambiente, il team di Carovana dei ghiacciai insieme ai volontari ha trovato lungo il sentiero anche tre “mini discariche”: la prima in corrispondenza di una vecchia trincea di guerra dove sono state trovate oltre 180 lattine, scatolette e resti di bivacco risalenti molto probabilmente alla prima guerra mondiale. Tra i rifiuti più datati, è stato trovato anche un proiettile molto probabilmente risalente alla Prima guerra mondiale e dei pallettoni di piombo da shrapnel, un tipo di proiettile d’artiglieria molto utilizzato durante la Prima Guerra Mondiale che al momento dell’esplosione scagliava le pallottole tutto intorno. La seconda “mini-discarica” è stata trovata all’interno di una vecchia postazione militare scavata nella roccia. La terza mini-discarica nella zona vicino all’impianto ormai chiuso e abbandonato dove a farla da padrone sono stati rifiuti in plastica, vetro e tappi di bottiglia, circa un centinaio, ma anche pezzi di calcinaccio, a quota 2600 metri. Scendendo di quota, intorno ai 2 mila metri, sono stati trovati soprattutto fazzoletti di carta e sigarette.

«L’attività di Clean up sulla Marmolada – ha detto Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di CIPRA ITALIA – ci fa riflettere su come si è fruito e si continua a fruire di queste montagne e quale sia il futuro che si prospetta per la Marmolada. Rispetto ai rifiuti più recenti, persiste il problema dei fazzoletti qui e in altri luoghi di montagna (…) L’abbandono dei fazzoletti è un problema che va affrontato anche laddove persiste un forte overtourism. Il turismo ad alta quota deve essere accompagnato da una maggiore coscienza e responsabilità ambientale da parte di ognuno di noi. Inoltre, sulla Marmolada resta il problema dello smantellamento dell’impianto chiuso e travolto dalla valanga del 2020. Non si può pensare di realizzare nuovi impianti in quota dimenticando quel che è stato costruito e abbandonato in quella zona e che genera per altro altri rifiuti, micro e macroplastiche in movimento, trasportati da vento e neve».


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