Scatena le rinnovabili, al via la mobilitazione organizzata da oltre 20 associazioni

Scatena le rinnovabili, al via la mobilitazione organizzata da oltre 20 associazioni (fonte foto: Legambiente)

Pannelli fotovoltaici e pale eoliche realizzati in cartone e posti davanti alla sede del Ministero della cultura, a Roma, in segno di protesta: così è partita la mobilitazione “Scatena le rinnovabili”, organizzata per questo week-end nella Capitale e in tante altre città della Penisola, da oltre 20 associazioni, movimenti ecologisti e studenteschi, per ribadire al Governo Meloni l’urgenza di accelerare lo sviluppo delle rinnovabili, delle comunità energetiche e la realizzazione di nuovi impianti, sotto scacco di ritardi burocratici e ostacoli normativi.

“A pesare, prima di tutto, è la lentezza degli iter autorizzativi e le lungaggini burocratiche di Regioni e Soprintendenze ai beni culturali, i due principali colli di bottiglia dei processi autorizzativi – spiegano le associazioni in una nota -. L’Italia deve mettere al centro della sua strategia energetica le fonti pulite, e non i combustibili fossili, con progetti ben integrati nei territori e pensati per portare benefici diretti e indiretti, accompagnati da importanti investimenti su efficienza, reti, accumuli”.

Scatena le rinnovabili, le richieste delle associazioni

Secondo le associazioni, per raggiungere la copertura elettrica nazionale 100% da fonti rinnovabili entro il 2035, è fondamentale che il Governo lavori su 7 azioni chiave:

  • si rimetta mano alla normativa nazionale sulle fonti rinnovabili, ormai obsoleta e non in grado di rispondere agli obiettivi di decarbonizzazione
  • venga istituito un iter autorizzativo chiaro, trasparente, univoco e con tempi certi in grado di dare certezze ai territori sulla qualità dei progetti, ma anche alle imprese
  • si acceleri la chiusura degli iter normativi riguardanti le comunità energetiche, spingendo un modello in cui l’energia autoconsumata possa essere scontata direttamente in bolletta al fine di massimizzare i vantaggi sociali ed economici di questi soggetti giuridici
  • garantire la contrattazione con le organizzazioni sindacali per individuare risorse e misure di giusta transizione, a partire dalla creazione di nuovi posti di lavoro nei settori a zero emissioni, riqualificazione professionale e formazione permanente, ammortizzatori sociali universali, ricollocazione dei lavoratori dei settori fossili che saranno dismessi
  • garantire la partecipazione dei territori nei processi decisionali e di co-progettazione dei progetti utily scale
  • garantire l’accesso a tutte e tutti alle fonti rinnovabili e alle politiche di efficienza energetica
  • avviare una seria e concreta politica di efficientamento di tutto il patrimonio edilizio, residenziale e non, istituendo un sistema incentivante che premi la qualità degli interventi e aiuti particolarmente chi ne ha più bisogno.

“L’unica strada per raggiungere gli obiettivi di indipendenza e di sicurezza energetica – dichiarano le associazioni e movimenti ecologisti e studenteschi scesi in piazza – è quella di investire nelle fonti rinnovabili, su grande e piccola scala, seguendo anche le vocazioni territoriali. Per fare questo non serve solo rimettere mano alla normativa nazionale, obsoleta rispetto agli obiettivi che abbiamo di fronte, ma anche dare strumenti a Regioni ed Enti locali. Sono necessarie politiche energetiche e industriali, investimenti, ricerca e sviluppo tecnologico per la transizione energetica e lo sviluppo delle produzioni strategiche per la decarbonizzazione nel nostro paese. Ma anche piani, risorse e misure di giusta transizione, guidati da un confronto democratico e partecipato e dalla contrattazione con le organizzazioni sindacali. Senza dimenticare il grande ruolo che le fonti rinnovabili giocano e possono giocare nel portare pace nel Mondo”.


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