Trivelle, ambientalisti: a quando la dismissione?
Greenpeace, WWF e Legambiente hanno inviato una lettera aperta al Mise per chiedere quali siano gli atti del governo sulle trivelle e sollecitare sul piano di dismissione
Gli ambientalisti scrivono al Ministero dello Sviluppo economico e chiedono quali saranno gli atti concreti del governo in materia di trivellazioni e dismissioni.
Greenpeace, WWF e Legambiente hanno infatti inviato una lettera aperta al Ministro Stefano Patuanelli per chiedere «quali siano gli atti concreti del governo in materia di prospezione, ricerca ed estrazione e di idrocarburi, dopo l’annuncio da parte dell’esecutivo di una normativa che vieterà il rilascio di nuove concessioni».
«Per contrastare l’emergenza climatica in corso occorrono immediati provvedimenti che conducano ad una svolta decisiva verso la totale decarbonizzazione – dicono Greenpeace, WWF e Legambiente – Se dunque si vuole davvero perseguire la strada dello sviluppo sostenibile, come dichiarato con forza nel programma di governo, si cominci da iniziative su cui già esiste un confronto avanzato, quali quelle relative alle trivellazioni offshore».
Trivelle, le richieste degli ambientalisti
Le organizzazioni ambientaliste chiedono al ministro di «attuare il piano di dismissione (decommissioning) delle 34 piattaforme per l’estrazione degli idrocarburi (il 50% delle quali senza Valutazione di Impatto Ambientale) individuate nel “Programma italiano di attività per le dismissioni piattaforme offshore”, redatto a fine 2018» dopo due anni di confronto tecnico fra ministeri, associazione dei petrolieri e stessi ambientalisti.
Chiedono poi di «approvare la normativa, già annunciata dal governo, che introduca il divieto di nuove concessioni, in modo da stabilire un chiaro e definitivo termine temporale (come ha fatto la Francia), non solo per impedire altre trivellazioni in futuro, ma anche per determinare norme e procedure che favoriscano il decommissioning di quelle esistenti e introdurre una disposizione che cancelli qualsiasi forma di esenzione (franchigia) per i petrolieri dal pagamento delle royalties».
L’altra richiesta riguarda quella di rendere noto quale sarà l’impostazione del Piano della Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PiTESAI) che dovrebbe definire le “aree idonee” alle attività estrattive. Le associazioni, in particolare, chiedono che il Piano sia «coerente con l’obiettivo della riduzione drastica – con il fine ultimo della cancellazione – dell’estensione delle aree del nostro Paese dove sono consentite prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi». Le associazioni chiedono inoltre che sia subito cancellata la Zona E, istituita nel 2013 e posizionata a ridosso del Santuario Pelagos, istituito per la tutela dei cetacei.