In ‘classe A’ si vive meglio? Sì. Non ha dubbi Legambiente che ha analizzato 200 immobili in 21 città d’Italia per i quali ha redatto una termografia, una sorta di radiografia a colori, che consente di capire come sono costruiti gli edifici sotto il profilo dell’isolamento termico, e quindi di svelare la qualità o meno degli edifici in cui viviamo o lavoriamo. L’analisi dei dati non ha lasciato spazio ad interpretazioni diverse: non esiste, oggi, alcuna ragione, economica o tecnica, che impedisca di realizzare esclusivamente edifici di classe A, che si avvalgano, poi, anche del contributo di pannelli solari termici o fotovoltaici, o altri impianti da fonti rinnovabili per arrivare sostanzialmente ad azzerare la spesa delle famiglie legata all’energia.Vogliamo incalzare governo, regioni e comuni affinché accompagnino con regole chiare e controlli la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio – spiega Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente – Dopo i ritardi e gli ostacoli posti nei confronti della certificazione degli edifici ora si deve cambiare passo. Occorrono controlli veri e indipendenti sugli edifici, e si devono aumentare progressivamente le prestazioni energetiche e il contributo delle fonti rinnovabili, perché è possibile ridurre fino ad azzerare i consumi delle case in cui viviamo. Scegliere questa strada è la migliore risposta alla crisi economica e per rilanciare il settore delle costruzioni, e una battaglia nell’interesse dei cittadini che hanno il diritto di abitare in case a bollette zero”.
La dimostrazione che in “Classe A” si vive meglio la danno le termografie di edifici ben progettati e costruiti, certificati, come il Kondominium Rosenbach a Bolzano, gli immobili in via cittadella a Firenze, in via Lumignacco a Udine o in località Fontana a Perugia, che mostrano invece un comportamento omogeneo delle facciate e l’assenza di ponti termici significativi. Si può osservare, inoltre, come vengano sfruttati tanto l’esposizione dell’edificio quanto i materiali delle diverse facciate, al fine di sfruttare al meglio la radiazione solare, minimizzando i consumi energetici per il condizionamento invernale. I fortunati abitanti di questi edifici arrivano a pagare fino a 2mila euro in meno all’anno di spesa energetica rispetto a chi abita in una casa di Classe G.
La termografia ha rilevato che persino in edifici progettati da architetti di fama internazionale da Fuksas, Krier e Gregotti mancano di attenzione nei confronti del risparmio energetico.
Eppure – spiega Legambiente – in un periodo di crisi come quello che attraversa il mercato immobiliare italiano, lo sforzo d’innovazione proposto dall’Unione Europea apre nuove prospettive di sviluppo e rappresenta un’occasione da non perdere, nell’interesse del Paese. E’ un’opportunità che va colta fino in fondo, per arrivare ad azzerare le bollette delle famiglie, per creare lavoro. Per raccogliere questa sfida e combattere i mali di cui soffre il settore edilizio italiano, Legambiente, chiede al governo di avere il coraggio di percorrere una chiara strada di innovazione. In primo luogo introducendo regole omogenee in tutta Italia per la certificazione e, soprattutto controlli sugli edifici e sanzioni per chi non rispetta le regole; poi stabilendo per i nuovi edifici e per le ristrutturazioni edilizie oltre una certa dimensione lo standard minimo obbligatorio di Classe A, in modo da garantire una riduzione drastica dei consumi da fonti fossili per il riscaldamento e raffrescamento delle case, ma con pari o maggiore comfort; infine premiando nelle ristrutturazioni edilizie il miglioramento della classe energetica di appartenenza (ad esempio per chi passa dalla E alla C o alla B, per chi raggiunge la A).


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