ACQUISTI. Saldi, le vendite salgono del 10%. Rilevazioni Confcommercio
Confcommercio annuncia un aumento del 7-10% nelle prime due settimane di vendite scontate ”in netta controtendenza” con i saldi del gennaio 2005. Ma l’Intesa denuncia un calo ”del 10-15%”. Cappotti, vestiti, accessori ma anche l’abbigliamento da uomo, settore tradizionalmente piu’ ‘lento’ a mettersi in marcia, ”mostrano segnali di vivacita”’ afferma con soddisfazione Renato Borghi, presidente di Federmoda, l’associazione di Confcommercio che rappresenta 30 mila negozi, pari all’80% degli esercizi di piccole e medie dimensioni settore.
”Rispetto allo stesso periodo del 2005 che ha rappresentato il picco negativo, stiamo andando bene, fra il 5 e il 10% in piu’ -conferma Alfredo Ricci, numero uno della Fismo-Confesercenti. Secondo le rilevazioni della federazione che rappresenta le piccole e medie aziende che si occupano della distribuzione al dettaglio di articoli di abbigliamento, tessile, calzature, pelletteria e accessori moda, nei primi 15 giorni di saldi a Torino si registra +10%, Milano +10%, Venezia +15, Bologna +8%, Firenze +8%, Roma +15%,%, Bari +15%, Reggio Calabria e Napoli +10%, Palermo +5%, Cagliari +15%. A Genova il 75% dei commercianti intervistati dichiara ”miglioramenti” rispetto al 2005. Unico dato in controtendenza Siracusa con -18%.
Per i consumatori, invece, i saldi ”sono un flop”. ”Le nostre stime parlano di un disastro peggiore del 2005 che era gia’ stato un anno nero” sostiene a nome dell’Intesa Consumatori Rosario Trefiletti. I consumatori giurano che il giro d’affari dei saldi 2006 non riuscira’ ad arrivare ai 4 miliardi di euro: ”il 10-15% in meno rispetto ai circa 4,1 del 2005” sottolineano.
”Gli scontrini dimostrano il contrario. Le vendite sono aumentate in media del 7% con punte del 10, un po’ in tutte le regioni” replica Borghi. I miglioramenti riguardano le spese per il vestiario ma ”abbiamo segnali positivi anche nel settore casa, in particolare per quello che riguarda il ‘bianco”’, cioe’ la biancheria per la casa, aggiunge il presidente di Federmoda. E’ fine del tunnel, con le famiglie italiane che riprendono a fare acquisti dopo anni di stanca? ”E’ presto per tirare conclusioni, ma rispetto agli ultimi quattro anni registriamo certamente una mini-ripresa. Spero che sia il segnale di un’inversione di tendenza”.
Il buon andamento dei saldi, comunque, non bastera’ a controbilanciare una stagione invernale ”deludente e fiacca” tengono a sottolineare Confcommercio e Confesercenti. In una prospettiva di piu’ lungo periodo, invece, ci sono alcuni segnali incoraggianti: ”Gli ordinativi per la primavera-estate sono in aumento e si respira un certo clima di fiducia” osserva a questo proposito Borghi. Mercoledi’ Confcommercio presentera’ un primo bilancio ufficiale dei saldi, con la mappa delle vendite nelle diverse regioni. Ad un primo colpo d’occhio, non sembrano esserci differenze eclatanti; ”segnali positivi arrivano da Nord, Centro, Sud e non risultano grandi differenze nei volumi venduti nei piccoli comuni rispetto alle grandi citta”’. Le abitudini di consumo sembrano essersi omologate sul territorio nazionale.
Sul buon andamento dei saldi potrebbe aver anche influito il fatto che quest’anno i commercianti hanno sforbiciato con decisione i cartellini dei prezzi di partenza, proponendo ‘sconti’ maggiori che in passato, ”circa il 40% rispetto ai prezzi sul cartelli nella stagione normale” argomenta Borghi.
Un successo, allora, come dice Confcommercio o l’ennesimo anno nero come accusano i consumatori? E come spiegare, due valutazioni cosi’ contrastanti? ”Noi -risponde Borghi- abbiamo un monitoraggio stringente, basato su numeri reali. I nostri sono dati economici, non ‘politici’ come sospetto siano quelli di altri. Siamo in una fase elettorale, ho il dubbio che questo pesi su alcune valutazioni”. ”Mi piacerebbe capire su che informazioni elaborano le loro stime. Le nostre -ironizza Ricci- sono fatte sulla base di un sondaggio degli associati. Non si capisce bene a quali esercizi abbiano chiesto loro. Forse sono piu’ ispirati dalla battaglia per l’abolizione dei saldi che portano avanti da tempo…”.
Ma i consumatori replicano: ”A noi arrivano tutt’altri segnali. Se i commercianti sono contenti, beati loro. La verita’ e’ che l’economia continua ad andare male e i consumi ne risentono. Ad eccezione dei primi due giorni che sono andati molto bene, come succede un po’ sempre, il disastro dei saldi prosegue”. Secondo le stime dei consumatori, in queste due settimane di gennaio, da quando sono partite le vendite scontate, si e’ registrato un calo medio del 10-15% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, per effetto di mali che pesano ormai da tempo sulle decisioni di spesa degli italiani. Si tratta di fattori quali la forte diminuzione del clima di fiducia, l’aumento dei prezzi, la minore propensione di spesa. ”Cosi’-commentano amari all’Intesa- solo una famiglia su due approfittera’ delle vendite scontate”.