Su 19 prodotti chimici per l’agricoltura, in Italia, 16 costano più della media rilevata nei Paesi concorrenti. E di questi, la metà, cioè 8 prodotti, hanno un prezzo che supera di oltre il 15% la media. Questi in sintesi i risultati della indagine commissionata da Confagricoltura all’Università di Bologna che mette a confronto i prezzi di diciannove prodotti chimici in Italia rispetto a Spagna, Grecia, Egitto Ungheria, Usa e Argentina.

"La questione dei costi – ha detto Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura – è oggi centrale per il successo della nostra agricoltura. E’ proprio sul terreno dell’efficienza economica che si basa la concorrenza con i Paesi nostri principali competitori in un mercato sempre più globalizzato". L’acquisto di prodotti chimici, mangimi, energia ed altri servizi pesano sul valore della produzione agricola (45 Mld di euro) in media il 40% (18,5 Mld di euro). Di tali consumi, l’acquisto dei soli prodotti chimici come fertilizzanti ed agrofarmaci rappresenta il 10% per un valore di 1,8 Mld di euro.

Nel 2005 i consumi intermedi sono calati nel complesso del 2,7% soprattutto a causa di una flessione nell’utilizzo di mangimi e sementi, i costi per concimi e prodotti fitosanitari sono aumentati o rimasti stabili. "Questo svantaggio – ha aggiunto Secchioni – deve essere recuperato. E’ necessario trovare una soluzione ad un problema essenziale per la competitività delle nostre imprese, anche nell’interesse degli operatori della filiera dei mezzi tecnici di cui gli agricoltori sono importanti clienti".

"Questa prima indagine- ha aggiunto Onofrio Giuliano, vicepresidente di Confagricoltura – non serve certo né a trarre conclusioni affrettate, né a formulare facili accuse, ai produttori ed ai commercianti di prodotti chimici. Perché è necessario approfondire il tema e verificare con loro se si tratti di cause strutturali o di nodi di altra natura".

Tornando ai risultati dell’indagine, emerge che il differenziale di costo colpisce dei prodotti strategici per l’agricoltura italiana. E’ il caso del pomodoro e del grano duro, dove i costi in Italia sono superiori alla media rilevata anche del 20, 30 e sino al 45% per alcuni prodotti chimici. Il divario è significativo anche rispetto ad alcuni Paesi diretti concorrenti. E’ il caso delle colture della vite e dell’olio, dove il costo dei prodotti chiave è significativamente sotto la media. Per l’Argentina anche meno 71% e per la Spagna meno 10%.


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