Animali geneticamente modificati per diventare fabbriche di sostanze nutrienti ‘potenziate’ o addirittura di farmaci sempre più sofisticati? Le tecniche per raggiungere questi obiettivi ( come dimostrano gli scienziati americani che hanno creato maialini ogm che producono carne ricca di sostanze protettive per il cuore) sono da anni patrimonio di molti ricercatori nel mondo, anche se non sempre queste ricerche sono prive di quesiti etici. L’ultimo test in questa direzione è stato annunciato oggi sulla rivista Nature Biotecnology da ricercatori dell’università di Pittsburgh che hanno ottenuto e clonato topolini ogm ai quali è stato inserito nel loro Dna un gene che produce acidi grassi omega 3, sostanze che aiutano a proteggere il cuore. Sempre con tecniche di biologia molecolare nel gennaio del 2003 sono nati in Nuova Zelanda nove vitelli ogm clonati in modo da produrre una volta divenuti adulti, latte con maggiore concentrazione di caseina.

"La bio-tecnologia ci ha abituato agli esperimenti più bizzarri: fragole col gene di pesce, riso col gene di scorpione, pollastri con geni di bovino e coniglietti fosforescenti. Però ci vogliono studi certi e analisi approfondite prima di invitare all’utilizzo dei prodotti geneticamente modificati perché non si conoscono i loro effetti sull’uomo". Così Francesco Ferrante direttore generale Legambiente commenta la notizia diffusa dalla rivista Nature Biotechnology della creazione di maialini geneticamente modificati con il gene dell’enzima Fat 1 che trasforma gli acidi grassi omega 6 di cui è ricca la carne di maiale, e considerati la principale causa di obesità e infarti, in omega 3 di cui sono ricchi pesci come il tonno e il salmone. "Nessun esperimento di biotecnologia ha fino adesso prodotto animali sufficientemente sani da essere produttivi" ha continuato Ferrante "a maggior ragione quando si parla di consumo per l’uomo bisogna essere prudenti. Il miraggio di insaccati e spuntature salutari per il cuore non deve farci perdere di vista il principio di precauzione".


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