Feste austere per gli italiani che hanno ridotto i consumi alimentari – in flessione pane, pasta, carne, ortofrutta, dolci – con una diminuzione del 4%. Anche se il caro-prezzi ha fatto salire la spesa: per imbandire tavole a festa gli italiani hanno infatti sborsato poco più di sei miliardi di euro, il 6,5% in più rispetto allo scorso anno. Sono le stime rese note dalla Cia – Confederazione Italiana Agricoltori per la quale, per trovare un risultato così negativo, bisogna risalire a dieci anni fa. La Cia sottolinea inoltre come la flessione abbia riguardato generi come il pane, la pasta, il latte e i sui derivati (formaggi in particolare), gli ortofrutticoli, la carne, che negli ultimi mesi "hanno subito aumenti ingiustificati sull’onda di manovre speculative!".

Gli acquisti sono stati soprattutto all’insegna del "made in Italy" e senza spese folli: ostriche, caviale e salmone hanno subito un calo dei consumi pari al 25%, gli acquisti dei dolci sono scesi del 5-6%, in calo gli acquisti di pane, pasta e latte e in calo anche i prodotti ortofrutticoli con un meno 6% rispetto all’anno scorso. In flessione gli acquisti di frutta secca (noci, nocciole e mandorle), che hanno segnato una diminuzione nelle vendite di circa l’8 per cento, e quelli dei legumi (lenticchie e fagioli), scesi del 3,5%. Negative pure le tendenze al consumo di frutta esotica: calo superiore al 25% negli acquisti di ananas, avocado, banane e mango. Lieve crescita solo per i vini: si sono stappate, fra Natale e Capodanno, circa 155 milioni di bottiglie, il 95% di produzione italiana, con una crescita del 1,3% rispetto allo scorso anno.


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