"I falsari di prodotti alimentari tipici scoperti nell’Unione Europea rischiano fino a quattro anni di prigione se la contraffazione è effettuata nel quadro di una organizzazione criminale o comporta un rischio grave per la salute e la sicurezza delle persone". E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare con soddisfazione la proposta di direttiva comunitaria a difesa della proprietà intellettuale annunciata dal Vicepresidente della Commissione Europea Franco Frattini.

L’esigenza di tutelare i prodotti tipici nasce dal crescente aumento di alimenti e bevande contraffatte: nel corso del 2004 – sottolinea la Coldiretti – sono quasi triplicati i casi di sequestri di alimenti e bevande contraffatti o falsificati effettuati alle dogane dei paesi comunitari nei confronti di prodotti "taroccati", come mele e vini, che cercavano di entrare illegalmente nell’Unione Europea.

Ciò dimostra che ad essere contraffatti in Europa non sono solo i marchi della moda, video, compact disk ma anche alimenti come le produzioni a denominazione di origine riconosciute dall’Unione che – precisa la Coldiretti – devono essere ottenute nel rispetto di precise regole di produzione, commercializzazione e controllo definite a livello nazionale e comunitario ed è per questo necessario tutelarli dalle imitazioni per difendere i consumatori dagli acquisti ingannevoli che possono mettere anche a rischio la salute.

Anche sul territorio nazionale si registrano molti casi di contraffazione: l’attività svolta dall’Ispettorato Repressione Frod, nel 2004 ha portato al sequestro di 600.000 uova importate e spacciate come nazionali, alla scoperta di quasi 2.000 chili di false clementine Made in Italy e addirittura a numerose denunce per lo "spaccio"di quasi 1.500 confezioni taroccate di peperoni di Senise Igp, una specialità tutelata a livello comunitario.

La diffusione internazionale delle imitazioni è la dimostrazione che nel tempo della globalizzazione e del commercio elettronico – sostiene la Coldiretti – la difesa della proprietà intellettuale delle denominazioni tipiche è un’esigenza non più rinviabile e le trattative sul commercio internazionale del WTO rappresentano un appuntamento determinante per garantire una effettiva protezione contro l’usurpazione di nomi che fanno parte del patrimonio storico, culturale e territoriale del Paese. Si tratta – conclude la Coldiretti – di raggiungere l’obiettivo di istituire, contro le contraffazioni, un registro internazionale delle denominazioni d’origine a difesa delle produzioni le cui caratteristiche sono strettamente legate al luogo di provenienza nell’ambito dei negoziati sul commercio internazionale (WTO).


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