ALIMENTAZIONE Confagricoltura, fumata nera a Bruxelles sull’origine dell’olio d’oliva
Fumata nera a Bruxelles sull’indicazione obbligatoria dell’origine dell’olio d’oliva. Non c’è infatti accordo fra le organizzazioni europee del settore oleicolo su come rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine nell’etichettatura dell’olio extravergine di oliva: è quanto segnala Confagricoltura, commentando l’esito del recente incontro a Bruxelles tra la Commissione Europea e le Organizzazioni di categoria dei diversi Paesi comunitari. La richiesta italiana di indicare sempre in etichetta il Paese di produzione delle olive e dell’olio non è infatti condivisa dalla Spagna per la quale è sufficiente, come obbligo, il solo riferimento all’origine comunitaria dell’olio.
Per Federico Vecchioni, presidente della Confagricoltura, "non stupisce la posizione delle Organizzazioni agricole spagnole, allineate con l’industria e il commercio oleario europeo, poiché da parte loro non c’è interesse a rendere evidente al consumatore italiano che gran parte dell’olio confezionato in Italia è in realtà un "mix" di oli spagnoli, greci e italiani. D’altra parte l’ipotesi di obbligarci a indicare come comunitario un olio extravergine interamente prodotto in Italia, non renderebbe più chiara l’etichettatura e sarebbe una vera e propria beffa ai danni dei consumatori e dei nostri olivicoltori".
La Commissione europea, ricorda Confagricoltura, dovrà pronunciarsi sulla conformità delle norme italiane (un decreto di ottobre disciplina a livello nazionale l’indicazione obbligatoria dell’origine nell’etichettatura degli oli d’oliva) alla regolamentazione comunitaria prima del 17 gennaio 2008, data di entrata in vigore del decreto. "L’incertezza sull’esito della valutazione di Bruxelles – commenta – preoccupa le aziende agricole e i frantoi, che devono provvedere in questo periodo alla stampa delle nuove etichette per il confezionamento della produzione di olio del 2007".