AMBIENTE. Acqualagna (Pu), ambientalisti a convegno per disegnare il futuro del paesaggio forestale
Con più di 310.000 ettari il patrimonio forestale delle Marche è pari al 32% del territorio regionale, con circa 144 milioni di ettari anche l’Europa è coperta per un terzo da boschi. I boschi e le foreste dunque, sono elemento imprescindibile del paesaggio appenninico ed europeo, ma il loro stato di salute non è dei migliori e per garantirne conservazione e valorizzazione si rende sempre più urgente un approccio nuovo e diverso nella gestione.
Di questi temi si è discusso oggi ad Acqualagna (Pu) nel corso del convegno "Il paesaggio forestale: quale gestione?" Il bosco appenninico tra naturalità, sostenibilità e conservazione nello scenario di Appennino Parco d’Europa" promosso da Regione Marche Assessorato regionale ai Territori Montani e alle politiche per la montagna, Legambiente, Lupus in Fabula, Greenpeace – Gruppo locale di Urbino, CEA di Catria e Nerone, Furlo e Urbino, con il patrocinio di Regione Marche, Provincia di Pesaro-Urbino, UNCEM Marche, Comune di Acqualagna, Comunità montane del Catria e Nerone e dell’Alto e Medio Metauro, e la collaborazione di La Macina ambiente, Aranciablu e TerreAlte.
Ad aprire i lavori della mattinata sono stati i contributi della rete dei CEA, per cui era presente il responsabile Aldo Cucchiarini, e quelli tecnico-scientifici del mondo accademico,seguiti dagli interventi del Corpo Forestale dello Stato, presente il capo del CFS Cesare Patrone, e di alcuni esponenti politici esperti del settore; nel pomeriggio invece, il dibattito sulla nuova legge forestale regionale ha visto le associazioni ambientaliste -Andrea Pellegrini per Lupus in Fabula, Angelo Giuliani e Paolo Perna per Legambiente, e Greenpeace con gli attivisti di Urbino Marco Garota e Christian Cassar -confrontarsi con i rappresentanti degli Enti Locali e della Regione Marche, presenti l’Assessore regionale ai territori montani e politiche per la montagna Gianluca Carrabs e l’Assessore regionale all’agricoltura Paolo Petrini.
"Nell’Italia centrale, salvo poche eccezioni, il valore del bosco è sottostimato e puramente strumentale, considerato mera superficie agraria. – ha spiegato Aldo Cucchiarini, Responsabile Rete CEA – Ma il bosco è molto di più di questo: essenziale sul piano ecologico e idrogeologico. Oggi, con una richiesta altissima, è luogo di rigenerazione per milioni di persone: per questo ritengo che si debbano incrementare le estensioni forestali, migliorare quelle esistenti e soprattutto guardare al bosco in modo nuovo".
Per lungo tempo infatti, nella gestione del patrimonio forestale a prevalere è stato un approccio produttivistico, in alcuni casi purtroppo lo è ancora, interessato al bosco soltanto come mera superficie silvocolturale per prodotto legnoso. Sfruttamenti intensivi, quest’ultimi, che a lungo andare hanno finito col modificare struttura e composizione dei boschi, riducendone la diversità, sottraendo vegetazione in grado di catturare la CO2 e di prevenire il dissesto idrogeologico. Ecco perché, per il loro futuro si fa sempre più urgente una "gestione sostenibile" che tenga in maggior conto tutti i fondamentali contributi che il bosco dà all’ambiente: le foreste infatti, oltre ad essere elemento imprescindibile del paesaggio, sono vere e proprie basi per la conservazione della biodiversità e quindi delle reti ecologiche, fissano il carbonio in atmosfera contribuendo a regolarne la concentrazione, difendono il suolo, regolano il ciclo dell’acqua, forniscono materia prima riciclabile e una fonte energetica rinnovabile come le biomasse. Restano fondamentali dunque, politiche che nel promuovere contemporaneamente conservazione e valorizzazione siano più attente al bosco nel suo senso globale: un aiuto viene anche dalla diffusione di strumenti concreti come le certificazioni di materie prime e prodotti (es. PEFC o FSC) che ne attestano la provenienza da una gestione forestale sostenibile, rispondente a parametri quantitativi e qualitativi.
Nelle Marche, la nuova legge forestale regionale n.6 del 23/02/2005, approvata proprio allo scadere della precedente legislatura, detta perlopiù una serie di indirizzi e principi, che devono però essere tradotti concretamente in una serie di regolamenti attuativi. Allo scopo la Regione ha già costituito una serie di tavoli tecnici che sono al lavoro, ed è proprio alle modalità con cui certi principi saranno attuati che il mondo ambientalista guarda con molta attenzione, auspicandosi anche che i tempi di attuazione non si allunghino troppo.
"Negli ultimi 20 anni il patrimonio forestale delle Marche ha conosciuto un incremento del 39% e questo è un dato positivo: il sistema boschivo è un elemento essenziale del paesaggio, e dovrebbe essere al centro nelle politiche di valorizzazione del territorio. Non è un caso che il progetto APE Appennino Parco d’Europa, primo dei progetti strategici per le montagne del mediterraneo, ha proprio nella valorizzazione del patrimonio forestale uno degli assi più importanti.- ha commentato Fabio Renzi, Segreteria Nazionale di Legambiente – Per questo va definita una strategia capace di tenere insieme progetti locali di gestione e certificazione con la visione generale: l’attuazione della nuova legge Forestale regionale è dunque un’occasione da non perdere per impostare una gestione delle risorse boschive che ne esalti il ruolo di grande risorsa per il territorio".
