L’approvazione di ieri del decreto legislativo di correzione del Codice ambiente (decreto legislativo n.152 del 2006), da parte del Consiglio dei ministri, preoccupa fortemente l’industria petrolifera. "Un decreto – si legge in una nota dell’Unione Petrolifera – che, azzerando la normativa entrata in vigore solo sei mesi fa, mette in seria difficoltà le imprese che dovranno far ripartire da zero gli interventi programmati, con ritardi e costi aggiuntivi soprattutto in materia di bonifiche che tornano al vecchio approccio tabellare, strumento eccessivamente rigido scarsamente utilizzato anche a livello comunitario".

L’Unione si dichiara "perplessa" soprattutto per quel che riguarda il metodo seguito, che non ha affatto tenuto conto delle ragioni delle imprese che non sono state neppure consultate. L’auspicio è che l’approccio finora seguito venga modificato prevedendo una nuova fase di confronto anche con il mondo imprenditoriale e associativo, come affermato dallo stesso Ministro per l’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. "Confidiamo altresì – prosegue la nota – che il Parlamento potrà apportare le opportune modifiche al provvedimento per evitare un ulteriore appesantimento degli oneri delle aziende a danno di una competitività già messa a dura prova".


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