A poche settimane dall’approvazione in Consiglio dei Ministri di uno schema di decreto legislativo adottato in base alla L. 308/2004, che conferisce al Governo una ampia delega per il "riordino, coordinamento e integrazione della legislazione in materia ambientale", l’opposizione dei Comuni italiani non interpellati nella definizione dei contenuti del decreto delegato, si fa sempre più forte.

Al fine di manifestare la propria contrarietà a questo decreto, evidenziandone i principali aspetti critici e le gravi ripercussioni economiche e gestionali che la sua applicazione comporterebbe per i Comuni italiani, il Presidente della Commissione ambiente dell’ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, Dario Esposito, ha incontrato oggi, il capo di Gabinetto del Ministero dell’Ambiente, Paolo Togni,

"La proposta del Governo per il riordino della legislazione in materia ambientale – spiega Dario Esposito, Assessore alle Politiche Ambientali ed Agricole del Comune di Roma – apporta importanti modifiche su temi di rilievo per i Comuni quali lo smaltimento dei rifiuti, la gestione delle risorse idriche, la bonifica dei siti inquinati ed il danno ambientale”. "Il mancato coinvolgimento degli Enti locali, senza tenere conto del protocollo d’intesa sottoscritto ad ottobre tra il Ministero dell’Ambiente, le Regioni, l’ANCI e l’UPI – continua Esposito – smantella, nella sostanza l’autonomia dei Comuni, esautorandoli della gestione dei servizi essenziali per i cittadini quali rifiuti ed acqua”.

Nel corso dell’incontro, inoltre, l’Associazione dei Comuni Italiani ha espresso la sua grande perplessità sul metodo di concertazione istituzionale seguito dal Ministero dell’Ambiente, ribadendo nel merito dubbi di costituzionalità e forte preoccupazione per gli effetti del provvedimento. "In particolare, in materia di gestione dei rifiuti – spiega ancora Esposito – sono stati commessi errori strategici che avranno forti ripercussioni sui cittadini. Ad esempio: il decreto prevede che i Comuni debbano lasciare la gestione del ciclo dei rifiuti agli A.t.o. – Autorità di Ambito Territoriale Ottimale – con un aumento dei costi di gestione che si rifletteranno sui cittadini mentre gli Enti locali non potranno esercitare il controllo su una funzione delicata come quella del ciclo dei rifiuti che ha effetti sull’ambiente e la salute dei cittadini”.


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