AMBIENTE. Delega ambientale: per le Associazioni “Sembra essere un fatto privato di pochi”
A sette mesi dall’approvazione delle legge delega ambientale, a sei mesi dalla nomina dei cosiddetti 24 saggi, ad oggi praticamente nessuno ha visto i testi di riforma della normativa ambientale, la riscrittura delle norme sulle acque, sui rifiuti, sui parchi, sul danno ambientale, sulla V.I.A. (valutazione di impatto ambientale), sulla difesa del suolo, sulle emissioni in atmosfera. E’ la denuncia delle associazioni ambientaliste che sottolineando la gravità della segretezza su questioni "che invece sarebbe opportuno si dibattessero con trasparenza, con un confronto aperto come devono essere trattate le questioni che riguardano le cose pubbliche in genere e, nello specifico, temi che coinvolgono la qualità della vita dei cittadini oltre che i beni ambientali e naturali del Paese".
Solo lo scorso 22 luglio – si legge in una nota – le Associazioni ambientaliste sono state convocate dal Ministero dell’Ambiente per l’avvio delle consultazioni previste ed obbligatorie. Dopo sette mesi le associazione si aspettavano di vedersi consegnate bozze di testi su cui esprimere parere. Invece il Ministero voleva avviare un confronto su linee generiche che null’altro facevano se non riproporre i temi espressi dalle legge delega. Di fatto dunque non c’è stata alcuna consultazione e le Associazioni hanno chiesto con forza di essere riconvocate avendo prima a disposizione i testi in bozza. La reazione del Ministero è stato clamorosa, negando la possibilità di fornire le bozze dei testi prima che queste fossero approvate dal Consiglio dei Ministri, cioè a giochi fatti.
A partire dal 30 dicembre 2004, subito dopo l’approvazione della legge delega, numerose Associazioni avevano chiesto al Ministro dell’ambiente, Altero Matteoli, di discutere e concordare i termini in cui era opportuno svolgere le consultazioni perché queste non fossero solo un fatto formale. La richiesta prevedeva l’attuazione di "un percorso che mettesse le Associazione nell’effettiva condizione di fornire il proprio parere che poi poteva essere legittimamente accolto o meno dal Ministero. A quella richiesta non c’è stata alcuna risposta e oggi, purtroppo, le consultazioni si vorrebbe fossero solo di facciata, cioè meno ancora che formali".
In questi giorni, dopo numerose consultazioni, 25 Associazioni Ambientaliste hanno deciso di rivolgersi direttamente al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Ambiente e alle Commissioni Ambiente di Camera e Senato per garantire che la consultazione sulla riforma della normativa ambientale sia fatta nei termini di legge. Se così non fosse le Associazioni si riservano di impugnare i decreti che verranno emanati. La legge delega infatti prevede che le consultazioni devono avvenire "al fine della predisposizione dei decreti legislativi".
Le Associazioni che hanno inoltrato la propria ferma protesta al Presidente Berlusconi, all’On Matteoli e ai Senatori e Deputati delle Commissioni Ambiente sono: Acli -Anni Verdi; Anev -Associazione Nazionale Energia del Vento; Amici della Terra; Associazione Ambiente e Lavoro; Associazione Italiana Rangers d’Otalia; Enpa -Ente Nazionale per la Protezione; Fai -Fondo per l’ambiente italiano; Fare Verde; Federazione Nazionale Pro Natura ; Fiab -Federazione Italiana Amici della bicicletta; Inu -Istituto Nazionale di Urbanistica; Italia Nostra; LAC -Lega per l’abolizione della caccia; Legambiente; Lida -Lega Italiana dei Diritti dell’Animale; Lipu -lega Italiana Protezione Uccelli; Mountain Wilderness Italia; Msp -Movimento Sport Azzurro Italia; Nimpha Onlus; Società Geografica Italiana; Società Speleologica Italiana
Terranostra; The Jane Goodhall -Italia; Vas -Verdi Ambiente e Società; WWF Italia.