AMBIENTE. Europa verso una strategia comunitaria di protezione del suolo
Il Parlamento Europeo esamina oggi una proposta di direttiva della Commissione per la conservazione del suolo nell’ambito di un suo utilizzo sostenibile e per la prevenzione di minacce incombenti. La relazione del deputato Vittorio Prodi (ALDE/ADLE, IT) accoglie con favore la strategia tematica della Commissione per la protezione del suolo, poiché «dimostra chiaramente la necessità di azioni efficaci e produttive in materia di protezione dei suoli negli Stati membri dell’Unione europea».
Il testo della Commissione propone l’adozione di una legislazione quadro finalizzata all’uso sostenibile del suolo, l’attuazione di politiche nazionali e comunitarie, una maggiore sensibilizzazione in merito alla necessità di difendere il suolo, sostenendo la anche programmi di ricerca comunitari. La direttiva quadro prevista richiama gli Stati membri ad una maggiore responsabilità, lasciando però loro ampia facoltà di decidere quali misure adottare per migliorare la difesa del suolo e qual è il grado di rischio che si può accettare.
Il Parlamento chiede invece la creazione di criterivincolanti che lascino agli Stati un margine di flessibilità soltanto in sede di definizione del quadro giuridico, ed esorta la Commissione a presentare una descrizione accurata delle regioni che potrebbero essere interessate dai processi di desertificazione e di steppizzazione, con analisi dettagliate delle cause e degli effetti socioeconomici sulle regioni. Sono 14 gli Stati membri interessati direttamente dal problema della desertificazione e per gli altri 13 il fenomeno si presenta comunque a livello regionale o locale, sotto le forme dell’erosione o della salinizzazione. Per i deputati, quindi, una giusta strategia di protezione del suolo deve individuare e risolvere i problemi di degrado dei suoli danneggiati, sia da fenomeni naturali sia da interventi umani, e deve inoltre essere basata sulla prevenzione, la sensibilizzazione dei cittadini, l’informazione e l’identificazione delle zone a rischio, per affrontare il problema a livello europeo.
La relazione dell’eurodeputato ritiene che la prevenzione della contaminazione dei suoli «sia estremamente importante per salvaguardare le idonee caratteristiche fisiche e chimiche del suolo» e la sua qualità, nonché per garantire la protezione di altri elementi dell’ambiente naturale. Chiede pertanto alla Commissione di assicurare che la legislazione comunitaria, attuale e futura, sia conforme a tale obiettivo e sia in sinergia con le direttive già applicate nell’UE, come quella sulle acque sotterranee, sui nitrati, sui rifiuti, sulla biodiversità, sull’acqua, sull’agricoltura.
Vista la scarsità di terre agricole produttive, la relazione rileva la necessità di sviluppare pratiche agricole sostenibili «che salvaguardino le preziose qualità del suolo». La Commissione dovrebbe pertanto stabilire un catalogo delle pratiche agricole e dei loro diversi effetti sul suolo, «affinché possano essere promosse le migliori pratiche agrotecniche». Anche perché l’agricoltura e la silvicoltura «svolgono un ruolo decisivo nella conservazione della qualità del suolo e nella sua rivitalizzazione».
Per quanto riguarda l’identificazione dei siti contaminati, l’Aula accoglierà probabilmente un emendamento concordato dal PPE/DE e dal PSE che chiede agli Stati membri di designare un’autorità incaricata di procedere all’identificazione delle zone contaminate e anche dei siti «potenzialmente» contaminati. L’emendamento di compromesso, prevede poi che almeno il 10% di tutti siti contaminati o potenzialmente contaminati sia identificato entro sette anni dalla data di recepimento della direttiva (contro i cinque proposti dalla Commissione). Questa percentuale dovrà salire al 60% dopo ulteriori otto anni per poi essere completato entro 25 anni dalla data di trasposizione nel diritto nazionale della direttiva. Gli Stati membri dovranno quindi stilare degli inventari nazionali o regionali dei siti contaminati che dovrà essere reso pubblico e aggiornato almeno ogni sette anni. E’ importante infine la promozione di ricerche sui maggiori rischi di inondazioni e smottamenti derivanti dall’impermealizzazione e dal cedimento dei terreni e dall’attività sismica dovuta anche all’incremento della densità demografica. Questi rischi sempre più frequenti devono essere contrastati con prassi migliori e modalità sistemiche che classifichino e campionino i suoli all’interno dell’UE.
LINK: Strategia tematica per la protezione del suolo