Sono state 597 le segnalazioni giunte dai cittadini al Numero verde istituito per segnalare illeciti ambientali. Di queste, 337 hanno riguardato i rifiuti, denunciando abbandoni e discariche abusive. Sono questi i dati emersi dal Rapporto consuntivo dell’Osservatorio regionale della Basilicata all’Ambiente e alla legalità per gli anni 1997-2005 oggi presentato dalla regione.

L’assessore regionale all’ambiente, Giovanni Rondinone, intervenuto alla presentazione, ha affermato: "Nel campo dell’illegalità ambientale la Basilicata non è in stato di emergenza, ma non bisogna abbassare la guardia. C’è bisogno dell’attenzione di tutti, istituzioni e cittadini insieme, per difendere il territorio da fenomeni di aggressione all’ambiente". "La regione – ha ricordato l’assessore – ha impegnato ingenti risorse per le attività di bonifica: 15 milioni di euro, rivenienti solo finanziamenti regionali."

Positivo il giudizio nei confronti dell’impegno della regione in materia di ambiente da parte di Legambiente. Enrico Fontana, responsabile nazionale dell’associazione per il settore ambiente e legalità ha infatti sottolineato: "La Basilicata è la Regione che con maggior convinzione ha risposto alle sollecitazioni provenienti dalle associazioni ambientaliste. E’ stata tra le prime ad aver costituito l’Osservatorio per l’ambiente e la legalità. E se oggi non si può definire un’isola felice, in quanto "isole felici" non esistono più, rispetto alle regioni limitrofe ha saputo limitare i fenomeni di aggressione al territorio proprio grazie all’attenzione che ha manifestato nei confronti delle tematiche ambientali".

"Ogni anno – ha aggiunto Fontana – il traffico illecito dei rifiuti muove in Italia un giro di affari di 2,5 miliardi di euro. Anche se meno sentito dalla comunità, altrettanto redditizio è il business legato all’abusivismo edilizio. Il ciclo illegale del cemento produce affari da 3,2 miliardi di euro. E’ importante che si acquisti consapevolezza del fatto che alcuni comportamenti, giudicati normali, siano invece da censurare". In questo senso, ha aggiunto, "è rilevante il Numero Verde dell’Osservatorio, che dà ai cittadini la possibilità di essere protagonista e di partecipare attivamente alla tutela del patrimonio ambientale e culturale".


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