Legambiente ha reso pubblico oggi a Roma il Rapporto "Comuni rinnovabili 2005", nell’ambito di un convegno cui hanno preso parte tra gli altri il Presidente di Legambiente Roberto Della Seta, il Sindaco di Roma Walter Veltroni, il Presidente di Eurosolar Italia Francesca Sartogo, il Presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra, il Presidente della Provincia di Roma ed il Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.

Il Comune che si è distinto per la maggior presenza di fonti rinnovabili sul territorio è stato Trento; per il solare termico è emerso il comune di Bolzano (con 4.983 mq pannelli solari e una media di 51,26 ogni mille abitanti). Roma, invece, è l’amministrazione che ha utilizzato maggiormente le energie pulite per gli edifici pubblici (con 930 mq di pannelli solari termici e 178 kW di pannelli solari fotovoltaici nelle strutture pubbliche). Anche nel Meridione, pur se con qualche difficoltà, ci sono esempi incoraggianti: comuni impegnati nell’utilizzo delle fonti alternative sono Palermo, Ragusa, Trapani, Catania, Lecce, Avellino e Crotone.

Il giudizio complessivo espresso da Legambiente non è però ottimista: "Il risultato di questo lavoro evidenzia un Paese che sconta ancora forti ritardi nella diffusione delle fonti rinnovabili, con buone pratiche distribuite a macchia di leopardo che sottolineano ancora il voto insufficiente alla manovre adottate dalle amministrazioni pubbliche verso politiche energetiche sostenibili. Basti pensare che sui 103 capoluoghi di provincia cui è stato inviato il nostro questionario solo un 40% ha dimostrato di dedicare attenzione alle energie alternative".

Il paragone con le altre nazioni europee non è confortante, soprattutto nei confronti delle amministrazioni locali tedesche e spagnole. "I numeri italiani – aggiunge Della Seta – mostrano la poca attenzione da parte dei Comuni nei confronti del risparmio energetico: eppure gli incentivi per i 100MW da sfruttare entro il 2010 disposti dal Decreto del Ministero delle Attività produttive su Conto energia, sono già finiti. I provvedimenti che dovevano aiutare lo sviluppo delle rinnovabili non sono sufficienti e, peggio ancora, non sono riusciti a far recuperare il gap nei confronti degli altri Paesi europei. Eppure, guardando proprio al panorama europeo, è possibile prendere spunto dai provvedimenti che hanno permesso a tante città spagnole e tedesche di essere all’avanguardia nella diffusione delle fonti rinnovabili e nella creazione di nuovi posti di lavoro in settori all’avanguardia".


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