"Da quasi 20 anni si moltiplicano i tentativi per dare all’Enea un nuovo ruolo, una rinnovata missione: il fallimento è sotto gli occhi di tutti, oggi l’Enea non è un soggetto credibile, utile, né in termini di ricerca scientifica, né di supporto all’innovazione tecnologica, né come agenzia per le politiche energetiche e ambientali. Mentre non c’è commentatore o esponente politico che non indichi nella ricerca e nell’innovazione il terreno principale su cui combattere il declino italiano, nessuno sembra preoccuparsi di questo spreco vergognoso di risorse finanziarie e di intelligenze". Così Legambiente commenta il collasso dell’Enea che con 3300 validi ricercatori nel suo organico produce una media di 25 brevetti l’anno.

Per Legambiente occorrono atti radicali e coraggiosi: "Non è più tempo di maquillage – sostiene Roberto Della Seta, presidente dell’associazione – soltanto una radicale ristrutturazione può evitare la definitiva deriva dell’Enea verso la classe degli ‘enti inutili’. Noi crediamo che la scelta più utile per il Paese sia di fare dell’Enea una forte agenzia pubblica per il sostegno al miglioramento dell’efficienza energetica e lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Per onorare il protocollo di Kyoto il nostro Paese deve ridurre sensibilmente i consumi di petrolio e carbone, direzione obbligata in termini ambientali ma necessaria anche per abbattere i costi delle bolletta energetica a tutto vantaggio delle imprese e del sistema-Italia. Un’Enea radicalmente rinnovata può svolgere un ruolo prezioso in questa prospettiva".


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