Boom di adesioni anche per la dodicesima edizione di Puliamo il mondo, l’iniziativa di Legambiente che ha visto la partecipazione attiva di circa 700.000 durante il week end dedicato a rendere più belle e pulite tante zone d’Italia. Alla tre giorni hanno aderito 1800 comuni e i volontari hanno liberato dalla spazzatura circa 5.000 aree sparse lungo la penisola. La vera novità dell’anno è il costante aumento delle adesioni dei piccoli comuni che raggiungono quota 622, in altre parole un terzo del totale dei comuni aderenti alla campagna.

Tra venerdì e domenica, da San Benedetto del Tronto a Verona, da Genova a Noto, passando per il Parco dei Nebrodi in Sicilia, Bosa in Sardegna e le rive dell’Arno e del Po, nei grandi capoluoghi di provincia come nei piccoli comuni, cittadini di tutte le età e di varie nazionalità hanno compiuto un gesto concreto restituendo puliti alla collettività luoghi di tutti e di nessuno: piazze, strade, giardini, parchi, grotte, sponde di fiumi e fondali marini degradati dai rifiuti abbandonati.

All’invito di Legambiente per migliorare, in prima persona, la qualità degli ambienti in cui viviamo hanno risposto famiglie, numerose associazioni e tanti gruppi, dai comitati di quartiere agli scout, ai bambini delle scuole insieme agli insegnanti ma anche pescatori, alpinisti, subacquei e di tantissimi altri.

"La partecipazione sempre crescente dei cittadini alle iniziative legate alla salvaguardia dell’ambiente – ha commentato Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente – dimostra quanto la popolazione sia sempre più sensibile ai problemi del territorio. Tra quelle ambientali, l’emergenza rifiuti è, forse, la più facile da ‘toccare con mano’ ma anche quella per cui le soluzioni sono più evidenti: serve l’impegno di tutti a cominciare dalle amministrazioni locali. Puliamo il Mondo è un’importante primo passo su questa via – ha aggiunto Della Seta – chiediamo però maggior impegno da parte dei troppi comuni che stentano ad attivarsi e maggior coscienza civica a quella parte degli italiani che ancora considerano il Paese una discarica a cielo aperto".

Le tonnellate di rifiuti raccolti rappresentano una quantità impressionante di immondizia impropriamente abbandonata nell’ambiente: dalle carcasse di auto, alle batterie esauste, fino alle gomme da masticare, passando per elettrodomestici e sanitari, materiali di risulta e rifiuti ospedalieri scaricati abusivamente, bottiglie, lattine e buste di plastica. Ma ecco qualche esempio delle molte "curiosità" reperite sul territorio:


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  • le molte carcasse di automobile scaricate abusivamente a cento metri di profondità nella grotta Cavone in contrada Murgetta Rossa a Spinazzola (Ba) e recuperate con l’ausilio e le attrezzature delle forze dell’ordine e del gruppo speleologico di Ruvo;
  • un’elevata quantità di scarti di lavorazione del corallo trovati nella pineta di Torre del Greco, in pieno parco nazionale del Vesuvio, oltre a carcasse di motorini e di auto; altre carcasse di motorini, sanitari e pezzi di motori tirati su dal fondo del mare dai sommozzatori a Sant’Erasmo a Napoli; 170 micro discariche abusive censite nel territorio di Giuliano (Na);
  • una discarica abusiva di circa 200 pneumatici di tutte le dimensioni in un fosso lungo la strada a Mogliano, in provincia di Macerata;
  • altri 200 pneumatici vari all’interno di Bosco Faito a Ceccano, in provincia di Frosinone;
  • sedie e un cestinone porta rifiuti, tra gli altri tesori trovati nel parco Righi di Genova;
  • frigoriferi, lavatrici, sanitari e cassoni in eternit a Sant’Agnese nel comune di Montepulciano; una piccola discarica d’amianto trovata a Vallombrosa, nel comune di Reggello (Fi), durante le operazioni di pulizia condotte dalle scolaresche e già rimossa con le premure del caso; stampelle di negozio con set di asciugamani a Barga (Lu);
  • automobili, frigobar e altri elettrodomestici, oltre a tanta plastica alla foce del Po;
  • a Venezia, dalla pulizia delle barene, le isole sabbiose della laguna, sono venute fuori oltre alle plastiche, reti da pesca e pezzi di motori fuoribordo; a Campalto alla foce del fiume Osellin i volontari hanno rimosso il relitto di un barcone;
  • una dentiera e vari proiettili a Desenzano del Garda, una batteria di pentole a Turano Lodigiano, uno scaldabagno a Vanzago e carrelli della spesa in provincia di Sondrio;
  • bombole a gas in Val d’Agri;
  • auto bruciate a Torino nei pressi della discarica Amiat;
  • in Sardegna, sull’isola rossa durante la pulizia della spiaggia sono stati liberati quattro giovani grifoni, riabilitati in un centro di recupero veterinario: un gesto simbolico ma anche molto concreto e utile perché questi animali si nutrono di carogne e sono quindi veri e propri spazzini della campagna.

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