AMBIENTE. Reach, WWF: “Il Parlamento Ue sacrifica gli standard di sicurezza per rapido accordo”
Un settimana prima del voto in plenaria al Parlamento Europeo, il WWF esprime viva preoccupazione per l’accordo stipulato ieri tra i tre leader dei negoziati, appartenenti ai tre maggiori gruppi parlamentari. Le pressioni dell’industria chimica hanno spinto il relatore della Commissione Ambiente, Guido Sacconi, ad accettare le condizioni del PPE, riducendo i dati sulla sicurezza richiesti per la registrazione delle sostanze chimiche, allo scopo di evitare che il voto in Parlamento fosse rinviato. L’associazione ambientalista è fortemente preoccupato che questo nuovo accordo sia anche più debole del compromesso precedentemente raggiunto in Commissione Ambiente. REACH, non sarà in grado di porre fine alle lacune dell’attuale legislazione sulla chimica e di proteggere la salute umana e l’ambiente. Non si deve dimenticare che in origine la riforma conosciuta come REACH (Registration, Evaluation, Authorisation of Chemicals) era stata concepita proprio per chiudere il gap di conoscenze sulle sostanze chimiche e mettere in atto un sistema più efficace e coerente per una gestione sicura delle sostanze chimiche stesse. Purtroppo, piuttosto che andare verso un’efficace politica europea sui prodotti chimici, è in atto un processo che renderà impossibile che REACH persegua i suoi obiettivi originali.
Il WWF, che ha appena concluso una settimana di informazione su questo tema, sollecita i Parlamentari Europei a votare gli emendamenti che assicurino una maggiore protezione dell’ambiente e della salute umana. "La sicurezza dei cittadini e della Natura sono e devono essere obiettivi bipartisan: i parlamentari italiani possono ancora avere un ruolo nell’ imporre emendamenti migliorativi -ha detto Fulco Pratesi, presidente del WWF Italia- per non perdere un’occasione storica anche di avere un ruolo davvero significativo nella vita e nelle speranze di centinaia di migliaia di persone che hanno mandato mail, hanno sottoscritto petizioni, hanno manifestato la propria preoccupazione per la reale salvaguardia della loro salute. E’ un’occasione da non perdere anche nell’interesse di una chimica italiana attualmente debole e sofferente, che nella ricerca di sostanze più sicure potrebbe trovare uno sviluppo volto al futuro, invece di fare da vassallo all’arroganza dell’industria chimica tedesca".