"Di nuovo un passo indietro: sul fronte dell’inquinamento dell’aria. L’Europa ha imboccato la via del disimpegno, proponendo di rendere flessibili anziché rigidi gli obiettivi elaborati dal CAFE, il progetto europeo teso ad una drastica riduzione degli inquinanti atmosferici". Roberto Della Seta, presidente di Legambiente commenta come un cedimento alle pressioni industriali la strategia sull’inquinamento atmosferico passata oggi in Commissione europea.

Secondo la Commissione le attuali 370.000 morti premature, con le misure proposte, si dovrebbero ridurre a 230.000 nel 2020. Peccato che il costo stimato per prevenire le morti premature sia stato calcolato intorno ai 12 miliardi di Euro l’anno: "La Commissione – spiega Della Seta – ha ridotto di 5 miliardi i costi per le imprese. Tutto a scapito della salute dei cittadini e dell’ambiente: va sottolineato che la Commissione ha già effettuato uno suo studio di impatto dal quale emerge che a fronte di un costo annuo di 12 miliardi l’anno – di qui al 2020 – i benefici di natura ambientale e sanitaria oltre che di innovazione tecnologica sono quattro volte superiori".

Barroso – sostenuto dai commissari Verhheughen (industria), McCreevy (mercato interno) e Mandelson (commercio) – ha cercato in tutti i modi di imporre la sua linea di deregulation ambientale, dichiarando che per rilanciare la competitività delle imprese è indispensabile liberare l’economia europea da tutti quei vincoli ambientali che ne stanno rallentando la crescita.

"Non crediamo – riprende il presidente di Legambiente – che si possa rilanciare la competitività delle imprese giocando sulle migliaia di morti per inquinamento. Le politiche ambientali non sono un ostacolo allo sviluppo, ma una priorità ed un incentivo alla necessaria innovazione dell’economia europea. Gli europei non vogliono tornare indietro per sacrificare l’ambiente e la coesione sociale sull’altare della competitività. La deregulation neoconservatrice che Barroso sta tentando di imporre all’Unione europea va fermata subito, prima che inizi a provocare seri danni".

Per questo l’associazione chiede a Parlamento e Consiglio – che nei prossimi mesi saranno chiamati ad adottare le proposte legislative derivanti dalla strategia adottata oggi dalla Commissione – di mettere al primo posto la salute dei cittadini e l’ambiente, introducendo standard e misure più rigorose (scenario C ossia quello più ambizioso previsto dalla Commissione) senza fare sconti alle imprese. Tenendo presente che – secondo le stesse valutazioni prudenziali della stessa Commissione – i benefici derivanti da tali misure consentono una riduzione annuale dei costi sanitari ed ambientali di oltre 48 miliardi di euro a fronte di un costo di 12 miliardi.


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