La vivisezione comporta, in Europa, la tortura di circa 12 milioni di animali all’anno; negli Stati Uniti il numero delle vittime cresce e raggiunge i 17 milioni; in Italia oltre un milione di animali vengono torturati per fini scientifici o sperimentali. Queste le cifre del fenomeno tracciate da un dossier curato dall’Agenzia Ricerca Economico Sociale (ARES).

Secondo dati forniti dal Ministero della salute, dati poco attendibili in quanto non contano i numerosissimi casi illeciti, tra il 2001 e il 2003, gli animali utilizzati in Italia per fini scientifici o sperimentali sono stati ufficialmente 2.735.042.

Proprio il meccanismo fasullo della raccolta ufficiale dei dati, – si legge nel rapporto – proprio l’esistenza di illeciti nonché l’esclusione degli animali utilizzati dalle case farmaceutiche nonché degli animali geneticamente modificati, fanno ritenere che i dati ufficiali siano almeno di un 30% al di sotto della realtà. Una stima più realistica fa quindi pensare che gli animali soggetti a vivisezione nel periodo 2001-2003 siano stati più di 3 milioni e 500.000, e che almeno 45.000 animali muoiano ogni anno sfigurati da rossetti, intossicati da profumi, bruciati da creme o saponi, tormentati da elettrodi e sonde infilate nel cranio. La maggior parte di questi animali vengono utilizzati per sperimentare i 12000 miliardi di cosmetici, deodoranti e prodotti per l’igiene intima che gli italiani consumano in un anno.

La legislazione italiana è stata sempre poco attenta al tema della vivisezione, e per questo si assiste al progressivo aumento del fenomeno: l’unico successo finora conseguito dal movimento antivivisezionista è stata la legge 413 del 1993, ampiamente disattesa, che sancisce il riconoscimento dell’obiezione di coscienza alla vivisezione da parte di studenti universitari e degli sperimentatori delle industrie private. In questi mesi, invece, è in discussione alla Camera una nuova proposta di legge che, se da un lato, contiene il divieto degli esperimenti su animali nella cosmetica e nei prodotti detergenti, dall’altro ufficializza ancor di più la vivisezione negli altri settori creando addirittura una nuova figura professionale, quella di chi può fare sperimentazione sugli animali.


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