BANCHE. Abi: da riforma “cessione quinto” sprint del credito al consumo
Passano da 3,5 a 35 milioni i potenziali beneficiari della riforma della cessione del quinto dello stipendio. È ora necessario emanare rapidamente il decreto attuativo che, ascoltati gli attori del mercato, consenta definitivamente, con un quadro normativo organico, anche ai lavoratori atipici e ai pensionati un accesso più semplice a tale forma di finanziamento. La "cessione del quinto" è uno strumento che consentirà un’ulteriore crescita del credito al consumo: significa più disponibilità di finanziamenti per le famiglie e aumento della domanda complessiva di beni e servizi, con un impatto positivo sulla crescita del Pil. Lo ha dichiarato, oggi a Roma, Giuseppe Zadra, Direttore generale dell’Abi in Convegno organizzato in collaborazione con Assofin, su: "La riforma della cessione del quinto degli stipendi e delle pensioni – dalla Legge all’applicazione".
La "cessione del quinto" è una forma di finanziamento la cui restituzione avviene mediante la trattenuta mensile di una quota dello stipendio. La riforma rappresenta l’occasione per un’apertura del mercato attraverso la liberalizzazione delle coperture assicurative.
"Si tratta di una risposta concreta – ha proseguito Zadra – che operatori del mercato e legislatore hanno dato alle famiglie. La possibilità di ricorrere a questo nuovo strumento porterà ad un ulteriore ampliamento del mercato del credito al consumo per soddisfare eventuali esigenze di spesa e migliorare la qualità di vita, rappresentando un argine in più nell’azione di contrasto al mercato illegale del credito. Ma ora – ha continuato Zadra – è necessario semplificare le procedure e passare alla effettiva applicazione della Legge".
Questa modalità di finanziamento, anche se riservata finora ai soli dipendenti statali e pubblici, ammonta già a circa 3.000 milioni di euro. È questa la consistenza dei prestiti erogati dalle banche a fronte della cessione del quinto dello stipendio, a marzo 2005. Un aumento di quasi il 14% rispetto a marzo 2004.
Saranno rilevanti, dunque, i benefici previsti per il mercato del credito al consumo che, con una quota di 65.400 milioni di euro a marzo 2005, sta registrando nel nostro Paese una dinamica di sviluppo sempre più elevata. In particolare, la quota di credito al consumo in Italia, sul totale dell’area euro, ha segnato un incremento sostenuto passando dal 3,3% del 1998 al 7,6% del 2005. Resta da colmare il divario con i principali paesi europei relativo al rapporto tra i finanziamenti bancari destinati all’acquisto di beni di consumo e il Pil complessivo: in Italia la quota si colloca al 2,8% contro il 7,9 della Germania, l’8,1 della Francia e il 6,8 dell’area euro.
"La crescita del credito al consumo erogato dalle banche in Italia – ha aggiunto il Direttore generale dell’Abi – grazie anche ad una diminuzione significativa dei tassi di interesse, ad un aumento della concorrenza e dell’innovazione finanziaria, dimostra la tendenza sempre più diffusa ad utilizzare il finanziamento per i propri consumi. È il segno importante di un cambiamento delle abitudini di spesa delle famiglie e di un avvicinamento costante ai livelli europei sul fronte del risparmio".
