Il Codacons stima che l’aumento del prezzo della benzina "determinerà un maggior esborso di 240 euro all’anno a famiglia." Per questo l’associazione "invita i consumatori a mobilitarsi, dando vita all’autoriduzione dei consumi di carburante, facilmente attuabile da tutti gli automobilisti."
Secondo il Codacons infatti spesso si potrebbe evitare di usare l’automobile inoltre con poche piccole accortezza si può ridurre il consumo di carburante e limitare la spesa settimanale e mensile.

L’associazione ha infatti messo a punto una guida che è possibile scaricare gratuitamente dal sito del Codacons."Grazie a questa iniziativa – ha spiegato il Presidente, Carlo Rienzi – ogni famiglia, seguendo attentamente le indicazioni della nostra guida, potrà risparmiare fino al 50% sulla spesa mensile per benzina e gasolio. E’ una guerra che dichiariamo ai petrolieri che speculano sulla pelle degli automobilisti, e una campagna che verrà portata avanti ad oltranza fino a che i prezzi dei carburanti non torneranno a livelli accettabili e in linea con il resto d’Europa, che vanta prezzi alla pompa sensibilmente inferiori rispetto all’Italia".

Anche Adusbef e Federconsumatori stimano che l’aumento del prezzo del petrolio porterà ad una stangata di 240 euro l’anno per famiglia per l’acquisto dei carburanti, ma le due associazioni affermano inoltre che il caro petrolio avrà effetto anche gas, luce, trasporti, beni trasportati ed inflazione, il che può portare ad un costo di 400 euro in più a famiglia

Per questo le due associazioni chiedono "interventi urgenti del governo per sterilizzare gli aumenti:

1) la parificazione dell’Iva sul gas al 10% (90 euro risparmi annui);

2) la restituzione di 4 miliardi di sovrattasse incamerati dal governo in questi anni per l’incremento del prezzo dei carburanti;

3) l’eliminazione delle speculazioni sulla doppia velocità dei prezzi da parte dei petrolieri;

4) la modernizzazione della rete distributiva a l’apertura della vendita alla grande distribuzione (224 euro risparmi tra costi diretti e indiretti);

5) una politica energetica in grado di sfruttare le potenzialità eoliche e fotovoltaiche presenti in Italia,con produzione di energia pulita ed a costi contenuti;

6) l’abbandono definitivo di una "revanche" nuclearista, che oltre ad essere costosa e di difficile realizzazione nel medio periodo rischia di provocare ulteriori fratture sociali."


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