Si è svolta questa mattina dinanzi al Tar del Lazio la prima udienza per il ricorso della Confedilizia contro il Decreto Presidente Consiglio dei Ministri 14.6.2007 in materia di decentramento catastale. Nel giudizio sono intervenute, appoggiando le tesi della Confedilizia, l’Aspesi-Associazione nazionale tra società di promozione e sviluppo immobiliare, l’Assoutenti-Associazione nazionale utenti dei servizi pubblici, la Fiaip-Federazione italiana agenti immobiliari professionali, la Gesticond-Libera associazione di amministratori condominiali e immobiliari, e l’Isivi-Istituto italiano di valutazione immobiliare.

All’udienza di stamane, le parti si sono accordate per un rinvio per la decisione finale all’udienza del 6 febbraio.

La Confedilizia ha presentato ricorso contro il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sostenendone il contrasto con la legge finanziaria 2007, che prevedeva che i Comuni "partecipassero" alla determinazione dell’estimo dei singoli immobili, fatta peraltro salva la decisione finale sullo stesso da parte dello Stato, rappresentato dall’Agenzia del territorio. Il Dpcm ha invece dato la facoltà ai Comuni di optare per assumere ogni potere (espropriandone totalmente l’Agenzia del territorio) con la possibilità – così – di determinare la base imponibile sia dell’Ici che dei tributi erariali. Ciò che fa ravvisare alla Confedilizia anche un colossale conflitto di interessi (essendo l’Ici la maggiore entrata dei Comuni) nonché una evidente incostituzionalità laddove i Comuni stabilirebbero un elemento essenziale per il calcolo delle imposte statali correlate agli immobili.

CASA. Catasto ai Comuni, senza modifiche Confedilizia pronta a ricorso a Tar


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