Anche in Italia si può pensare di cominciare ad organizzare azioni legali collettive non solo contro le case automobilistiche ma anche contro aziende che immettono nel mercato prodotti pericolosi (vedi il Reach europeo – Registrazione, Valutazione e Autorizzazione delle sostanze chimiche prodotte). E’ quanto afferma il Movimento Difesa del Cittadino (MDC) di Genova che, lo scorso 19 novembre, ha presentato al convegno sulle Polveri Sottili "Diminuire l’inquinamento per diminuire le malattie ….e i costi", un documento riguardante la condanna delle case automobilistiche per danni a causa dell’inquinamento. Il risarcimento è avvenuto in Giappone nei confronti di cittadini malati di asma.

Il documento presentato è stato tratto dal sito del "Mondo Elettrico" e del "Corriere della Sera" e fornito dall’Avv. Ileana Recchia di Genova. "La notizia – dichiara l’associazione – è poco conosciuta in Italia perché la stampa e le TV ne hanno dato poco risalto. Il fatto diventa molto interessante e di un certo rilievo nel momento in cui in Italia in Senato giovedì 15 11 07 è passata la Class Action. Certamente saranno necessari altri passaggi sia alla Camera che in Senato per le previste o proposte correzioni o precisazioni del disegno di legge. Inoltre si possono anche prevedere azioni legali contro amministratori pubblici che permettono l’inquinamento, od altro, a danno della salute e della sicurezza senza prendere provvedimenti adeguati".

Guardando al futuro MDC Genova auspica che si possa un giorno "intervenire anche per impedire la costruzione di auto troppo veloci e che non potrebbero circolare, visto che in Italia non vi è nessun tratto stradale dove si possa andare a più di 110-120 all’ora". Troppe gli incidenti stradale e troppe le "espressioni accorate e "di rimprovero" quando a morire o subire gravi traumi sono i giovani che vanno a divertirsi fino tardi al sabato sera. Ma chi fornisce queste macchine così veloci ? Chi permette alte velocità nelle nostre strade ?", si chiede l’associazione che propone la possibilità di adire alle vie legali collettive contro gli amministratori pubblici anche in casi del genere. "In questo modo – conclude – si può contribuire a migliorare la vita, oltre che allungarla, ed a "ridurre" non solo la sofferenza, ma anche i costi della sanità, potendo, in alternativa, investire meglio le risorse risparmiate, ad esempio, nella ricerca, in tutta la ricerca".


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