CONCORRENZA. Antitrust chiede modifica decreto tavoli di filiera
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha ieri inviato una segnalazione al Ministero delle politiche agricole e forestali ed al capo del Governo in riferimento al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 5 agosto 2005, recante "Disposizioni per la costituzione dei tavoli di filiera". In particolare, l’Antitrust auspica la modifica della norma in base alla quale attualmente spetta al Mipaf verificare la compatibilità con la normativa comunitaria e nazionale delle intese che comportino limitazione alla concorrenza.
In particolare, l’articolo 2, del decreto stabilisce che "nel caso in cui l’intesa di filiera comporti restrizioni della concorrenza (…) il Ministero delle politiche agricole e forestali, espletata la verifica di compatibilità con la normativa comunitaria e nazionale, approva l’intesa con proprio decreto". L’articolo 3, prevede inoltre che "le intese stipulate (…) che comportano restrizioni della concorrenza sono approvate con decreto del Ministero delle politiche agricole e forestali".
Secondo l’Autorità la valutazione degli effetti concorrenziali delle intese di filiera, nonché della proporzionalità di eventuali restrizioni della concorrenza rispetto agli obiettivi di miglioramento dell’offerta è attribuita in via esclusiva all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (in applicazione della Legge 287/90, Norme per la tutela della concorrenza e del mercato e dell’articolo 81.3 del Trattato CE).
Da ultimo, la segnalazione rileva come debba escludersi che un decreto ministeriale possa avere valenza giustificativa delle condotte rilevanti ai sensi della legge n. 287/90 autonomamente poste in essere da una o più imprese.
Il ministro delle politiche agricole, Gianni Alemanno ha accolto con favore la richiesta dell’Antitrust di modifica del decreto, ‘Disposizioni per la costituzione dei tavoli di filiera’. Secondo Alemanno "la valutazione degli effetti concorrenziali delle intese di filiera e della proporzionalità di eventuali restrizioni della concorrenza rispetto agli obiettivi di miglioramento dell’offerta spetta all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato".